domingo, 2 de agosto de 2009

CONTRO LA GUERRA AFGHANA COSTRUIAMO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE D"AUTUNNO

Mariella Cao, Emilio Franzina, Jacopo Venier

Per il ritiro immediato delle truppe italiane e contro le spese militari. Ma anche per rilanciare una lotta unitaria sulle questioni sociali

Una guerra che molti vorrebbero dimenticare è tornata a bussare alla nostra porta. La morte del caporal maggiore Alessandro Di Lisio e il ferimento di altri militari italiani è parte di una catena scientemente rimossa di assassinii di Stato che ha nella morte dell’ altro caporal maggiore Giovanni Bruno, 3 ottobre 2004, il suo primo, tragico, anello e che porta ormai a 14 le vittime del contingente italiano.

Purtroppo solo questi tragici eventi hanno riacceso i riflettori dei nostri media e così si è potuto finalmente saper qualche cosa di più su quanto accade sul fronte afgano.

Scopriamo così che il ruolo ambiguo che gli USA di Obama stanno giocando in Honduras , in Iran e – in modo più palese – in Afghanistan , con una svolta affatto pacifista, indica l’estrema difficoltà, legata agli oggettivi interessi in gioco, di produrre, dietro alla propaganda, una vera discontinuità rispetto all’amministrazione Bush.

I militari italiani si muovono e combattono, infatti, in un quadro in cui proprio in queste ultime settimane gli USA hanno preparato ed eseguito il più grande attacco dei marines dai tempi del Vietnam.

Non si può definire altrimenti, infatti, l’attuale strategia del Khanjar (il “colpo di spada”) che vede 4 mila nuovi soldati americani ( che si aggiungono agli altri 30 mila della pur breve era Obama e che portano l’intero contingente Usa a circa 70 mila effettivi), trasportati da 50 aerei ed elicotteri da guerra USA, di attaccare improvvisamente la strategica valle dell’Helmand, nel sud dell’Afghanistan.

La guerra imperialista si è dunque totalmente riaccesa. L’Italia, con i suoi morti e i suoi feriti ( destinati purtroppo a crescere sotto l’offensiva sempre più vasta ed organizzata dei talebani) e con l’immenso spostamento di fondi sia verso il riarmo, sia verso il rafforzamento degli impegni sui fronti di guerra che verso l’ampliamento delle basi USA e NATO nel nostro paese, ne è totalmente coinvolta.iemerge ora, in tutta la sua verità, la denuncia contro la guerra afghana che già dal 2001 ha portato avanti il movimento italiano contro la guerra.

Esso – emarginato, inascoltato e in rotta di collisione con le politiche governative fino allo scontro avvenuto con il Governo Prodi – affermava che la guerra USA in Afghanistan non era affatto la risposta all’attacco alle Torri Gemelle. Era ben altro. Attraverso l’obiettivo dichiarato di catturare Bin Laden, Bush scatenava la vera guerra: quella per il controllo mondiale del petrolio e delle fonti primarie di energia.

Gli esponenti del movimento contro la guerra hanno sempre ricordato e reso noto l’intervento – svolto in un’audizione al sottocomitato per l’Asia e il Pacifico della Camera dei rappresentanti USA nel febbraio 1988 - del vicepresidente della “Unocal Corporation”; in quell’audizione il vicepresidente affermava che "la regione del Caspio contiene enormi riserve di idrocarburi intatte. Solo per dare un'idea delle proporzioni, le riserve di gas naturale accertate equivalgono a oltre 236 mila miliardi di piedi cubici.

Le riserve petrolifere totali della regione potrebbero ammontare a oltre 60 miliardi di barili di petrolio. Alcune stime arrivano fino a 200 miliardi di barili. Nel 1995 la regione produceva solo 870.000 barili al giorno.

Entro il 2010 le compagnie occidentali potrebbero aumentare la produzione fino a circa 4,5 milioni di barili al giorno, un aumento di oltre il 500% in soli 15 anni. Se questo dovesse accadere, la regione rappresenterebbe circa il 5% della produzione totale di petrolio al mondo.

C'è tuttavia un grosso problema da risolvere: come portare le vaste risorse energetiche della regione ai mercati che ne hanno bisogno ''; e soprattutto – continuava l’esponente della “Unocal Corporation” - come gli USA possono controllare la distribuzione del greggio e del gas della regione, in particolare verso le economie emergenti dell'Asia che ne faranno sempre più richiesta. Scartata l'ipotesi di costruire oleodotti e gasdotti che possano attraversare la Cina (troppo lunghi e costosi e soprattutto non controllabili, appunto perché cinesi) conviene – chiudeva il vicepresidente della “UC” - passare per l' Afghanistan.

Questo era e rimane il senso ultimo della guerra. Assieme ad un altro “senso”, strategicamente decisivo per gli Usa : allargare la NATO sino ai confini russi e cinesi, costruire basi NATO e USA anche all’interno dell’Afghanistan. Come è accaduto. Nella fase del governo Prodi, il movimento ( con alla testa Alex Zanotelli, Gino Strada, le aree più avanzate del movimento operaio e sindacale – confederale e di base - , le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi dello “spirito di Genova”) non venne ascoltato.

Questo errore drammatico non solo ha prodotto una grave ed ancora aperta ferita tra movimenti , partiti comunisti e sinistra, ma ha avuto anche come conseguenza la “militarizzazione” della politica estera, lo sdoganamento della guerra come strumento delle relazioni internazionali, il dilagare del bellicismo e l’esplodere delle spese militari.

Di fronte all’escalation di una guerra, che gli stessi generali ormai ammettono non avere nulla a che fare con la lotta contro il terrorismo, occorre tornare tutti in piazza. Il movimento deve svolgere il suo ruolo sociale centrale contro le politiche di guerra e la subordinazione del governo italiano agli Usa e alla NATO; per ridare vita, speranza e senso alle forze comuniste e all’intera sinistra anticapitalista e d’alternativa.

Per costruire le basi reali di una vittoria “ strategica ” ( non si vince “solo” battendo la destra : è questa la lezione che viene dal fallimento del governo Prodi), contro il governo Berlusconi e il berlusconismo diffuso, trasformando le spese folli per gli F-35 in assegni sociali per i lavoratori; spostando le risorse verso la decontaminazione delle aree di Aviano, Sigonella e soprattutto sarde, ridotte dalle basi USA e NATO a terre nuclearizzate a forte rischio di tumori e leucemie.

Chi scrive lancia - dunque - una proposta : che la Federazione comunista e di sinistra che si è costituita lo scorso 18 luglio a Roma (assieme all’intero movimento pacifista, alle esperienze di lotta contro le basi americane e NATO in Sardegna, a Camp Derby, a Vicenza; assieme alle parti più avanzate della CGIL e della FIOM; ai sindacati di base e ad ogni altra soggettività comunista, antimperialista, anticapitalista e di movimento) si metta sin da ora al lavoro per organizzare a settembre/ottobre ( intrecciando le più vaste relazioni e seminando spirito unitario) una grande manifestazione a Roma contro la guerra, contro le spese militari e per il ritiro immediato dei soldati italiani dall’Afghanistan, unendo la lotta contro le politiche interventiste e di guerra alle sempre più gravi questioni sociali: il salario, la scala mobile, la Legge 30, le pensioni, il razzismo, lo stato sociale.

Un “nuovo inizio” non può che cominciare dalla ripresa dell’iniziativa politica e sociale contro la guerra.* Direzione nazionale Prc** Comitato sardo “ Gettiamo le Basi”***.Docente universitario, Gruppo consiliare provinciale “ Vicenza libera”**** Segreteria nazionale PdCIFonte:“Liberazione”, domenica 2 agosto 2009

Fuente: Liberazione/l"Ernesto/ Edición de: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda

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EL GENERAL ROMEO Y SU BAMBOLEO

Por:Faustino Rodríguez Bauza/Ferrebé /Redacción PPS_CM/
26/07/2.009

Inseguro, indeciso, a bandazos, como quien maneja un carro recién robado, lo que según dicen no le es extraño, anda el general Romeo.Romeo, el de Honduras, o quizás.... por su traición, ya no de Honduras y pasa a ser de Washington directo, no encuentra en que palo ahorcarse. Vásquez Velásquez son sus otras señas, o apellidos. Sin ser bailarín se está convirtiendo en rey del bamboleo..

Y como tal primero, antes de reventar abiertamente la conspiración, y ya seguramente reclutado para el golpe de estado, habla con el Presidente Legítimo Zelaya, y le manifiesta que él como militar obedece a la autoridad legítima de su Comandante, y hasta le entregó las urnas para la encuesta sobre la cuarta urna.

Horas después, es él quien ordena, dirige y cumple el cometido de asaltar de manera salvaje la residencia del Presidente Legítimo de Honduras, a balazos, secuestrar sin orden legítima o judicial alguna, y entregarle el Presidente Zelaya al otro complotado, el sinvergüenza Presidente Oscar Arias Sánchez, pieza importante de la canallada contra el pueblo hondureño, instrumentada con la ruptura de su orden constitucional, dentro de un Plan que va más allá, puesto que es una parte del complot general contra los pueblos y gobiernos progresistas latinoamericano y de otras partes del mundo, instrumentado por los distintos trozos del gobierno de Estados Unidos, de republicanos aún con poder interior, y de los demócratas quienes para defender su preeminencia de país imperialista predominante son iguales a los republicanos.

Da después otro brinco Romeo: Le "confiesa" al Presidente Legítimo de Honduras Manuel "Mel" Zelaya Rosales, que lo habían apresado y enviado a Costa Rica, porque la orden era de asesinarlo, y con esa acción él, Romeo, le salvó la vida.Es lógico que una orden de ese tipo no es ni siquiera para recibirla, sino lo que debió hacer Romeo --si es un militar digno-- era poner preso más bien a quien se la dió.

Pero el caso es que, con ese brinco, esa confesión pública, Romeo se mete a reo...Porque si la cosa es como él lo dijo, entonces está siendo encubridor de la notitia críminis nada menos que de un Magnicidio.Deberá decir el General Romeo: quien iba a cometer ese Magnicidio que usted conoció, no denunció, y después le confesó al propio candidato a ser magnicidado--el Presidente Legítimo de Honduras, Manuel Zelaya--, como usted dice que existía tal plan entonces usted es cómplice al no denunciarlo a tiempo y tomar las medidas correspondientes, siendo usted el más indicado para ello.

Según todos los acontecimientos se han presentado, el único por encima suyo en el golpe después desarrollado es el Mierdeletti... reconocido por usted, general Romeo,como Presidente de facto. Es de lógica, entonces, pensar que es el Mierdeletti el jefe aparente de la trama golpista, al menos entre los hondureños, porque por detrás se sabe que andan Negroponte y Otto Reich, con el celestinaje de Obama, la Clinton y Oscar Arias, hasta ahora los notables en esa función, y por cierto desempeñada tan magistralmente que el mismo Fernando de Rojas si hubiesen sido de sus tiempos los habría consultado....

Pero resulta , General Romeo, que usted, además de carros, confidencias, correveidileos, ordenar represiones en las calles donde ya le caen encima de usted mismo--como responsable --asesinatos a mansalva contra personas inermes, y entonces..ahora aparece que, según un Comunicado de las Fuerzas Armadas de Honduras... usted es un experto del trampolín.

Porque en el tal "comunicado" de las Fuerzas Armadas de Honduras--que usted debió conocer antes de que saliera a la calle, si de verdad es su Jefe-- se dice que: las fuerzas armadas son obedientes y que apoyarán "el gobierno que se decida en el Acuerdo de San José"... ¿Cómo es eso?. De acuerdo a eso, con ese lenguaje y planteamiento las Fuerzas Armadas Hondureñas están siendo ubicadas como "neutrales". Entonces deberían estar en sus cuarteles y no actuando a favor de la parte facciosa, que es lo peor.

Si esa es la posición, el problema no tiene que ver con las Fuerzas Armadas, y estas se deben mantener en los Cuarteles. Las calles son del pueblo. Los cuarteles, de los Ejércitos y la Policía.

No tienen derecho usted entonces--según esa declaración--a mandar a reprimir en las calles

Para qué, entonces ¿ usted ordena a las tropas que impidan en las calles la movilización de la población en sus justas luchas y protestas contra el gobierno fascista?

¿Porqué, entonces, pone todas las alcabalas y retenes que ha puesto para impedir que el Presidente Legítimo se reúna con su pueblo en la frontera y marche pacíficamente hacia Tegucigalpa?

No será acaso: ¿ que usted sabe que Obama sabía, y que Obama le dijo a Clinton... dile a Arias qué tal y tal...? ..

Tal y Tal...parte del Plan de Golpe,-- negociaciones para enredar a la parte legítima, constitucional,-- apareció en Costa Rica, cómplice desde el principio.. con el encargado de esa parte Oscar Arias.

Eso ya es inocultable.En varios artículos anteriores en PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda lo hemos planteado así.

No será acaso..... ¿que Reich y Negroponte le dijeron a Mierdeletti ..y Mierdeletti le dijo a usted ...que Obama sabía y que para recuperar el dominio yanquigringo en todo el mundo ellos son la misma cosa que son imperialistas y se entienden y que por tanto ambas corrientes o posiciones dentro de Estados Unidos están--cada uno a su manera--metidos en el golpe y cada grupo con su respectiva función?......

Y que este golpe de estado en Honduras forma parte de ese Plan de recobrar la unipolaridad en el mundo empezando por su antiguo"patio trasero" y usted es un instrumento de ese Plan?

Con esa carga encima, ahora lo usan a usted con el cuento de que "apoyará un gobierno que salga del Acuerdo de Costa Rica". O sea que lo usan a usted otra vez de correveidile, ahora con la intención de recuperar de esa manera las "negociaciones" en San José, en vista del gran crecimiento de la oposición y resistencia al golpe en Honduras y el mundo.

Pero, oh sorpresa, General Romeo, Rey del bamboleo, usted dice ahora que usted no está de acuerdo con la posición de las fuerzas armadas, y que apoya a Mierdeletti...como ùnico gobernante....

Creemos que, en conclusión, el golpe tiene un solo origen: : el Gobierno de los Estados Unidos, con dos vías de ejecución:

a) los grupos de Negroponte, Reich, civiles: los diez grandes empresarios de Honduras, la cúpula ensotanada, los jueces y el congreso y otros pocos sinverguenzas civiles, y usted, garantizando el Ejército para el golpe--aunque según los últimos acontecimientos, todavía no confirmado o al menos nos es difícil verlo desde fuera, pero presumiblemente según este último caso, el documento "neutral del Ejército-- usted tiene allí poco apoyo, o lo va perdiendo.

b) el hecho el pendejo Obama--como pasó con la invasión de Gaza por los israelíes--la Clinton, sinverguenza Arias y algunos bamboleantes civiles de Honduras y otros países, y otros no tan bamboleantes como Uribe y los aceptantes de una denominación unilateral de una Comisión de Vigilancia--no aprobada por nadie--, según los países que presentan.

Eso explica, general Romeo, su bamboleo, el silencio de Obama, las maniobras Clinton-Arias en relación a la irrupción facciosa,la búsqueda indirecta con el comunicado de las Fuerzas Armadas Hondureñas de reimponer las negociaciones de Costa Rica para detener la acción popular, maniobra que se les seguirá cayendo, porque en el pueblo de Honduras se unen cada vez más a las protestas todas las capas de la población y--también se unen-- hasta personas que antes apoyaron a Mierdeletti en su aspiración a candidato presidencial, respaldadas además todas estas capas de la gran mayoría de los hondureños por la solidaridad de los pueblos del mundo, y aquí nos contamos entre quienes daremos el mayor esfuerzo posible, como es el caso de nuestra Red de Comunicación Comunista Mirandina (REDECCOMI).

Con un Obama y su diplomacia de golpismo y guerras cada vez más al descubierto.Con una acción de los gorilas interiores de los estados unidos con las manos libres y en complicidad directa con los demócratas y el propio Obama.

Con el par de grupos golpistas internos hondureños, cada uno obedeciendo a los mandatos bífidos desde los estados unidos, usted General Romeo, con esa indecisión, con ese culipandeo, con ese bamboleo, está quedando muy mal.

No importaría que usted como persona --General Romeo--pase a la Historia en Honduras y ante el mundo como el rey del bamboleo o el rey del culipandeo, sino General Romeo, lo que importa es el daño que con esa posición usted le está haciendo al pueblo de Honduras, a su propia Nación.

Fíjese en lo que puede ocurrir en Honduras si usted, en vez de brincar para un lado y otro, toma la posición que corresponde, al lado de la legitimidad constitucional y apoya al Presidente Zelaya en --no se le pide mucho, General Romeo--nada más que dejar libres las calles para que el pueblo pueda expresar que "nadie le debe obediencia a un gobierno usurpador".

El pueblo hondureño seguramente hará lo demás. Usted en su último bamboleo quedaría más o menos derecho Y en última instancia sería mucho el sufrimiento que usted podría evitar.

Fuente: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda /PPS_CM

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COMUNISTAS GANAN ELECCIONES EN MOLDAVIA

Segun los datos oficiales con un 98% del escrutinio, los resultados oficiales de las elecciones de Republica Moldova son los siguientes:

La participacion ha sido del 58.8%, por lo que las elecciones son validas (en Republica Moldova es necesario que vote el 50% del electorado para que asi sea).-

Escaños:

*El Partido de los Comunistas de Republica Moldova (PCRM) ha ganado las elecciones con un 45,10% de los votos, consiguiendo 48 mandatos.

*El Partido Liberal Democratico de R.M. (PL) ha conseguido un 16.40%, 17 mandatos

*El Partido Liberal, un 14.40%, 14 mandatos

*El Partido Democrata, un 12.60%, 13 mandatos

*La Alianza "Moldova Nuestra", un 7.40%, con 8 mandatos.

Con estos resultados el Partido de los Comunistas es, con diferencia, el partido mas respaldado electoralmente por los moldavos, aunque no ha conseguido los 51 mandatos necesarios para formar gobierno, ni los 61 para la eleccion de Presidente de la Republica.

De este modo la situacion se complica para el pais, porque aunque la oposicion podria formar gobierno con una alianza, pues tendria 53 mandatos, tampoco conseguiria un acuerdo estable para la eleccion a la presidencia del pais, lo que llevaria a la convocatoria de unas nuevas elecciones anticipadas.

Fuentes: Un Vallekano en Romania/Euzkai Herria Socialista/ PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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SOLIDARIDAD Y NO INTERVENCIÓN

Por: Jerónimo Carrera

En el mundo de nuestros tiempos, para el buen desarrollo de las relaciones internacionales, conviene observar y poner en práctica permanente dos principios básicos, como son los de la solidaridad y la no intervención.

Son principios fundamentales, pues corresponden a la realidad de la época en la cual vivimos y a la vez a la necesidad de dar una salida a la lógica aspiración de la humanidad de vivir en un mundo en paz, sin guerras ni choques entre los pueblos.

Pero aunque esos dos principios van entrelazados y su práctica tiene que ser simultánea, en verdad cada uno de ellos siempre ha de tener su propia esfera de aplicación, puesto que corresponden a campos bastante específicos. Con todo lo que hemos avanzado en el largo camino de la internacionalización, que algunos prefieren llamar globalización pero que en última instancia la denominación no es lo que cuenta, formamos parte de una humanidad dividida en numerosos pueblos con diferentes grados de desarrollo.

Lo cual nos lleva a que nos mantengamos bastante divididos, con culturas muy diferenciadas, cosa que en la práctica se traduce en el mantenimiento de un aparato de fuerza y generador de violencias, que lleva el nombre de Estado.

Es la existencia misma de ese aparato la que requiere de las guerras como combustible indispensable, y para producirlas se vale de toda clase de artilugios. Desde los tiempos más remotos los hombres han encontrado motivos para guerrear, para hacer de la paz una simple tregua entre dos guerras. Al mismo tiempo siempre ha habido en toda sociedad un sector opuesto a la guerra, puesto que es perjudicado por ella y siente por tanto la necesidad de la paz.

En cambio los guerreristas sacan o esperan sacar alguna ganancia de la guerra, que para ellos es un negocio.Justamente, de esa antítesis existente entre la paz y la guerra, entre los intereses opuestos que siempre han generado la una y la otra posibilidad en toda sociedad, proviene la relativa separación de las esferas de aplicación de esos dos principios básicos que son la solidaridad y la no intervención que ya hemos mencionado.

Corresponde a los pueblos, y en particular a la clase obrera y demás sectores de trabajadores, luchar por la paz entre todos los países, creando y participando activamente en movimientos de solidaridad que luchen por impedir las guerras, tal como lo hemos tenido acá en Venezuela con aquel Consejo Venezolano de la Paz presidido por el General José Rafael Gabaldón, fundado en 1949 -hace ahora exactamente sesenta años, que logró evitar que Venezuela fuera arrastrada a la guerra en Corea- y que tanta falta nos hace en estos momentos de tan peligrosas tensiones gubernamentales entre Venezuela y Colombia, azuzadas evidentemente desde Washington.

Al mismo tiempo, atañe a los gobiernos, en su condición de dirigentes de los Estados, respetar y velar por el respeto más estricto de ese principio - también fundamental para asegurar la coexistencia pacífica de los pueblos- que es el de la no intervención.

Sin embargo, como es sabido y se comprueba hoy con frecuencia, las grandes potencias nunca han dejado de intervenir en los asuntos de otros países. De allí la urgente necesidad de ponerles frenos por la vía de los movimientos populares, sobre todo en el seno mismo de esas potencias. Esta es una tarea que corresponde primordialmente a los organismos de trabajadores, al movimiento sindical en primer término.

No puede ser que a la intervención imperialista se piense darle respuesta efectiva con la intervención estatal de otros países, y esto es lo que se ha pretendido hacer en el actual caso de Honduras. Es como querer apagar el fuego con leña, o peor, con gasolina.

Fuente: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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LA DIGNIDAD DE LOS HONDUREÑOS SIGUE INTACTA..ARTISTAS CONTRA EL GOLPE FASCISTA

PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM) Ratifica su Amplia Solidaridad con el Pueblo Hondureño en su Lucha Contra el Golpe Imperialistas Fascista

Imágenes de la represión de la marcha del Jueves 30 de Julio, donde hubieron muchos heridos y 150 encarcelados, dentro de ellos tenemos al compañero de Artistas contra el Golpe y amigo Gabriel Galeano quien fue golpeado y despojado de su càmara fotogràfica y encarcelado por horas en una posta policial.
Nuestros cuerpos están golpeados y nuestra sangre sigue siendo derramada, pero nuestra dignidad está intacta.El día de hoy la policía y el ejército pasaron a otra fase de la represión, ante lo cual debemos replantear la lucha en el plano de las tácticas de resistencia, puesto que en el ideológico esto ha sido definido completamente como una lucha de clases cebada desde los años 90 y apuntalada con los procesos de transnacionalización operados.
Claramente la cúpula militar y policial han recibido instrucciones específicas que apuntan al desmembramiento del movimiento popular; y para ello han puesto en marcha la compra de delación, la ocupación sistemática de los espacios públicos por la fuerza armada, la implantación de pruebas apócrifas que intentan desmoralizar y dividir la resistencia y la captura, vejación y eliminación de todo aquel o aquella que represente lo contrario a sus intereses, principalmente la dirigencia del Frente.
Como relación de hechos, puedo referir que el día de hoy la resistencia procedió a realizar la toma de carretera, a la altura de la posta El Durazno, en la salida del norte en Tegucigalpa. Mientras esto se desarrollaba, yo me dirigía en un taxi desde Metromall hacia la salida al norte. Conmigo iban otros ciudadanos que comentábamos la barbarie en que nos han colocado los golpistas.
El taxista nos bajó del taxi antes de llegar a los puentes del Carrizal, se adelantó, habló con los policías y militares y un grupo de ellos me capturó de manera brutal, golpeándome y revisando todas mis pertenencias, me desnudaron en plena vía pública dejándome únicamente en paños menores, me retuvieron durante más de una hora, me interrogaron, confiscaron una libreta donde tenía nombre de los compañeros y compañeras artistas de Artistas del Frente y otras anotaciones.
Finalmente me permitieron vestirme y se aprestaban a conducirme en una patrulla, en ese momento, yo grité a la multitud mi nombre y dije que era un escritor hondureño varias veces. Esa acción los enardeció pero representó mi salvación temporal. Me golpearon en el pecho de nuevo, me tiraron al pavimento y el oficial que comandandaba el contingente armado, me gritó: [Cuento diez para que te perdás o te pierdo¨, amenaza de la cual no dudé y tuve que correr en dirección opuesta.
Avancé hacia el sector de La Laguna, en la salida a Olancho. Ahí me uní a los compañeros y compañeras que bajaban a pie después de ser desalojados a punta de golpes y bombas lacrimógenas de El Durazno. atrás venía un contingente de policías, hostigando la manifestación pacífica. Ante el acoso, la resistencia devolvió las piedras que nos empezaron a lanzar y así avanzamos unas cuatro cuadras, en grupo gritando nuestras consignas.
Al llegar a Torocagua, los policías que venían atrás de la marcha pacífica, avanzaron con mayor ímpetú. Corrimos, sin saber que una cuadra adelante otro contingente policial nos esperaba, realizando una emboscada brutal de la cual intentamos escapar lanzándonos a una quebrada ubicada atrás de la gasolinera Maya.
Nos rodearon, nos lanzaron bombas lacrimógenas, dispararon algun tipo de balas, nos toletearon con furia y capturaron a muchos de nosotros, incluyendo a Carlos H. Reyes, Juan Barahona, Gabriel Galeano (artista visual), el hijo de Javier Espinal (artista plástico) y a muchos más. Yo preferí no lanzarme a la quebrada porque sentí que ese era el lugar más apropiado para que nos dispararan sin testigos.
Me tiré bajo la carrocería de un autobús y ví pasar el grueso del contingente armado. Me sacaron de mi refugio y me golpearon salvajemente en la espalda, los brazos, las piernas. Logré escapar en el momento en que ubicaron a Carlos H. Reyes y otros compañeros, hacia quienes dirigieron su ataque. Corrí y me refugié en un taller de mecánica y luego me interné en la colonia Torocagua, para después abordar otro taxi y pedirle que me llevara al centro de Tegucigalpa.
Iba enardecido y mudo, sabiendo que atrás quedaban compañeros y compañeras por quienes no podía hacer nada. Llegué al centro, me reuní con los artistas que querían ir a manifestarse a la cuarta estación de policía, donde recluyeron a muchos miembros de la resistencia. A esta hora el COFADEH se ha hecho presente y gestiona la libertad de todos ellos.
Informes no oficiales indican que un compañero maestro afiliado al COPEMH ha sido asesinado, sumándose a la lista de víctimas de la dictadura.Concluyo que estamos en otra fase de la represión. Los golpistas saben que han perdido la batalla diplomática, económica y de justicia en todos sus términos, por lo cual ya no les importa mostrarse como la clase torpe, bárbara e inculta que son, y han procedido a utilizar con mayor intensidad el único recurso con el que cuentan: la fuerza bruta.
Este testimonio constituye una denuncia pública de los delitos cometidos contra mí y contra todo el pueblo en resistencia.Nuestros cuerpos están golpeados y nuestra sangre sigue siendo derramada, pero nuestra dignidad está intacta y nuestra lucha se fortalecerá hasta hacer prevalecer el imperio de la razón, la justicia y la democracia.No queremos amnistía para nadie, menos para los que usando las armas nos están matando y reprimiendo.
Fuente: Honduras Morazánica/ Edición de PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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ORGANIZACIÓN COMUNISTAS MIRANDA CENTRO INVITA A MILITANCIA Y AMIGOS A LOS ACTOS DEL 80 ANIVERSARIO

ORGANIZACIÓN COMUNISTAS MIRANDA CENTRO INVITA A MILITANCIA Y AMIGOS A LOS ACTOS DEL 80 ANIVERSARIO
La Organización Intermunicipal Miranda Centro del Partido Comunista de Venezuela invita a nuestra militancia, afiliados, amigos y simpatizantes a los Actos de Celebración del 80 Aniversario de nuestro Glorioso Partido Comunista de Venezuela, a realizarse según datos ubicados en la Gráfica. Los esperamos para nuestra celebración, con espíritu y combatividad comunista, revolucionario y patriótico!!! Asiste!!

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