domingo, 2 de agosto de 2009

CONTRO LA GUERRA AFGHANA COSTRUIAMO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE D"AUTUNNO

Mariella Cao, Emilio Franzina, Jacopo Venier

Per il ritiro immediato delle truppe italiane e contro le spese militari. Ma anche per rilanciare una lotta unitaria sulle questioni sociali

Una guerra che molti vorrebbero dimenticare è tornata a bussare alla nostra porta. La morte del caporal maggiore Alessandro Di Lisio e il ferimento di altri militari italiani è parte di una catena scientemente rimossa di assassinii di Stato che ha nella morte dell’ altro caporal maggiore Giovanni Bruno, 3 ottobre 2004, il suo primo, tragico, anello e che porta ormai a 14 le vittime del contingente italiano.

Purtroppo solo questi tragici eventi hanno riacceso i riflettori dei nostri media e così si è potuto finalmente saper qualche cosa di più su quanto accade sul fronte afgano.

Scopriamo così che il ruolo ambiguo che gli USA di Obama stanno giocando in Honduras , in Iran e – in modo più palese – in Afghanistan , con una svolta affatto pacifista, indica l’estrema difficoltà, legata agli oggettivi interessi in gioco, di produrre, dietro alla propaganda, una vera discontinuità rispetto all’amministrazione Bush.

I militari italiani si muovono e combattono, infatti, in un quadro in cui proprio in queste ultime settimane gli USA hanno preparato ed eseguito il più grande attacco dei marines dai tempi del Vietnam.

Non si può definire altrimenti, infatti, l’attuale strategia del Khanjar (il “colpo di spada”) che vede 4 mila nuovi soldati americani ( che si aggiungono agli altri 30 mila della pur breve era Obama e che portano l’intero contingente Usa a circa 70 mila effettivi), trasportati da 50 aerei ed elicotteri da guerra USA, di attaccare improvvisamente la strategica valle dell’Helmand, nel sud dell’Afghanistan.

La guerra imperialista si è dunque totalmente riaccesa. L’Italia, con i suoi morti e i suoi feriti ( destinati purtroppo a crescere sotto l’offensiva sempre più vasta ed organizzata dei talebani) e con l’immenso spostamento di fondi sia verso il riarmo, sia verso il rafforzamento degli impegni sui fronti di guerra che verso l’ampliamento delle basi USA e NATO nel nostro paese, ne è totalmente coinvolta.iemerge ora, in tutta la sua verità, la denuncia contro la guerra afghana che già dal 2001 ha portato avanti il movimento italiano contro la guerra.

Esso – emarginato, inascoltato e in rotta di collisione con le politiche governative fino allo scontro avvenuto con il Governo Prodi – affermava che la guerra USA in Afghanistan non era affatto la risposta all’attacco alle Torri Gemelle. Era ben altro. Attraverso l’obiettivo dichiarato di catturare Bin Laden, Bush scatenava la vera guerra: quella per il controllo mondiale del petrolio e delle fonti primarie di energia.

Gli esponenti del movimento contro la guerra hanno sempre ricordato e reso noto l’intervento – svolto in un’audizione al sottocomitato per l’Asia e il Pacifico della Camera dei rappresentanti USA nel febbraio 1988 - del vicepresidente della “Unocal Corporation”; in quell’audizione il vicepresidente affermava che "la regione del Caspio contiene enormi riserve di idrocarburi intatte. Solo per dare un'idea delle proporzioni, le riserve di gas naturale accertate equivalgono a oltre 236 mila miliardi di piedi cubici.

Le riserve petrolifere totali della regione potrebbero ammontare a oltre 60 miliardi di barili di petrolio. Alcune stime arrivano fino a 200 miliardi di barili. Nel 1995 la regione produceva solo 870.000 barili al giorno.

Entro il 2010 le compagnie occidentali potrebbero aumentare la produzione fino a circa 4,5 milioni di barili al giorno, un aumento di oltre il 500% in soli 15 anni. Se questo dovesse accadere, la regione rappresenterebbe circa il 5% della produzione totale di petrolio al mondo.

C'è tuttavia un grosso problema da risolvere: come portare le vaste risorse energetiche della regione ai mercati che ne hanno bisogno ''; e soprattutto – continuava l’esponente della “Unocal Corporation” - come gli USA possono controllare la distribuzione del greggio e del gas della regione, in particolare verso le economie emergenti dell'Asia che ne faranno sempre più richiesta. Scartata l'ipotesi di costruire oleodotti e gasdotti che possano attraversare la Cina (troppo lunghi e costosi e soprattutto non controllabili, appunto perché cinesi) conviene – chiudeva il vicepresidente della “UC” - passare per l' Afghanistan.

Questo era e rimane il senso ultimo della guerra. Assieme ad un altro “senso”, strategicamente decisivo per gli Usa : allargare la NATO sino ai confini russi e cinesi, costruire basi NATO e USA anche all’interno dell’Afghanistan. Come è accaduto. Nella fase del governo Prodi, il movimento ( con alla testa Alex Zanotelli, Gino Strada, le aree più avanzate del movimento operaio e sindacale – confederale e di base - , le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi dello “spirito di Genova”) non venne ascoltato.

Questo errore drammatico non solo ha prodotto una grave ed ancora aperta ferita tra movimenti , partiti comunisti e sinistra, ma ha avuto anche come conseguenza la “militarizzazione” della politica estera, lo sdoganamento della guerra come strumento delle relazioni internazionali, il dilagare del bellicismo e l’esplodere delle spese militari.

Di fronte all’escalation di una guerra, che gli stessi generali ormai ammettono non avere nulla a che fare con la lotta contro il terrorismo, occorre tornare tutti in piazza. Il movimento deve svolgere il suo ruolo sociale centrale contro le politiche di guerra e la subordinazione del governo italiano agli Usa e alla NATO; per ridare vita, speranza e senso alle forze comuniste e all’intera sinistra anticapitalista e d’alternativa.

Per costruire le basi reali di una vittoria “ strategica ” ( non si vince “solo” battendo la destra : è questa la lezione che viene dal fallimento del governo Prodi), contro il governo Berlusconi e il berlusconismo diffuso, trasformando le spese folli per gli F-35 in assegni sociali per i lavoratori; spostando le risorse verso la decontaminazione delle aree di Aviano, Sigonella e soprattutto sarde, ridotte dalle basi USA e NATO a terre nuclearizzate a forte rischio di tumori e leucemie.

Chi scrive lancia - dunque - una proposta : che la Federazione comunista e di sinistra che si è costituita lo scorso 18 luglio a Roma (assieme all’intero movimento pacifista, alle esperienze di lotta contro le basi americane e NATO in Sardegna, a Camp Derby, a Vicenza; assieme alle parti più avanzate della CGIL e della FIOM; ai sindacati di base e ad ogni altra soggettività comunista, antimperialista, anticapitalista e di movimento) si metta sin da ora al lavoro per organizzare a settembre/ottobre ( intrecciando le più vaste relazioni e seminando spirito unitario) una grande manifestazione a Roma contro la guerra, contro le spese militari e per il ritiro immediato dei soldati italiani dall’Afghanistan, unendo la lotta contro le politiche interventiste e di guerra alle sempre più gravi questioni sociali: il salario, la scala mobile, la Legge 30, le pensioni, il razzismo, lo stato sociale.

Un “nuovo inizio” non può che cominciare dalla ripresa dell’iniziativa politica e sociale contro la guerra.* Direzione nazionale Prc** Comitato sardo “ Gettiamo le Basi”***.Docente universitario, Gruppo consiliare provinciale “ Vicenza libera”**** Segreteria nazionale PdCIFonte:“Liberazione”, domenica 2 agosto 2009

Fuente: Liberazione/l"Ernesto/ Edición de: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda

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EL GENERAL ROMEO Y SU BAMBOLEO

Por:Faustino Rodríguez Bauza/Ferrebé /Redacción PPS_CM/
26/07/2.009

Inseguro, indeciso, a bandazos, como quien maneja un carro recién robado, lo que según dicen no le es extraño, anda el general Romeo.Romeo, el de Honduras, o quizás.... por su traición, ya no de Honduras y pasa a ser de Washington directo, no encuentra en que palo ahorcarse. Vásquez Velásquez son sus otras señas, o apellidos. Sin ser bailarín se está convirtiendo en rey del bamboleo..

Y como tal primero, antes de reventar abiertamente la conspiración, y ya seguramente reclutado para el golpe de estado, habla con el Presidente Legítimo Zelaya, y le manifiesta que él como militar obedece a la autoridad legítima de su Comandante, y hasta le entregó las urnas para la encuesta sobre la cuarta urna.

Horas después, es él quien ordena, dirige y cumple el cometido de asaltar de manera salvaje la residencia del Presidente Legítimo de Honduras, a balazos, secuestrar sin orden legítima o judicial alguna, y entregarle el Presidente Zelaya al otro complotado, el sinvergüenza Presidente Oscar Arias Sánchez, pieza importante de la canallada contra el pueblo hondureño, instrumentada con la ruptura de su orden constitucional, dentro de un Plan que va más allá, puesto que es una parte del complot general contra los pueblos y gobiernos progresistas latinoamericano y de otras partes del mundo, instrumentado por los distintos trozos del gobierno de Estados Unidos, de republicanos aún con poder interior, y de los demócratas quienes para defender su preeminencia de país imperialista predominante son iguales a los republicanos.

Da después otro brinco Romeo: Le "confiesa" al Presidente Legítimo de Honduras Manuel "Mel" Zelaya Rosales, que lo habían apresado y enviado a Costa Rica, porque la orden era de asesinarlo, y con esa acción él, Romeo, le salvó la vida.Es lógico que una orden de ese tipo no es ni siquiera para recibirla, sino lo que debió hacer Romeo --si es un militar digno-- era poner preso más bien a quien se la dió.

Pero el caso es que, con ese brinco, esa confesión pública, Romeo se mete a reo...Porque si la cosa es como él lo dijo, entonces está siendo encubridor de la notitia críminis nada menos que de un Magnicidio.Deberá decir el General Romeo: quien iba a cometer ese Magnicidio que usted conoció, no denunció, y después le confesó al propio candidato a ser magnicidado--el Presidente Legítimo de Honduras, Manuel Zelaya--, como usted dice que existía tal plan entonces usted es cómplice al no denunciarlo a tiempo y tomar las medidas correspondientes, siendo usted el más indicado para ello.

Según todos los acontecimientos se han presentado, el único por encima suyo en el golpe después desarrollado es el Mierdeletti... reconocido por usted, general Romeo,como Presidente de facto. Es de lógica, entonces, pensar que es el Mierdeletti el jefe aparente de la trama golpista, al menos entre los hondureños, porque por detrás se sabe que andan Negroponte y Otto Reich, con el celestinaje de Obama, la Clinton y Oscar Arias, hasta ahora los notables en esa función, y por cierto desempeñada tan magistralmente que el mismo Fernando de Rojas si hubiesen sido de sus tiempos los habría consultado....

Pero resulta , General Romeo, que usted, además de carros, confidencias, correveidileos, ordenar represiones en las calles donde ya le caen encima de usted mismo--como responsable --asesinatos a mansalva contra personas inermes, y entonces..ahora aparece que, según un Comunicado de las Fuerzas Armadas de Honduras... usted es un experto del trampolín.

Porque en el tal "comunicado" de las Fuerzas Armadas de Honduras--que usted debió conocer antes de que saliera a la calle, si de verdad es su Jefe-- se dice que: las fuerzas armadas son obedientes y que apoyarán "el gobierno que se decida en el Acuerdo de San José"... ¿Cómo es eso?. De acuerdo a eso, con ese lenguaje y planteamiento las Fuerzas Armadas Hondureñas están siendo ubicadas como "neutrales". Entonces deberían estar en sus cuarteles y no actuando a favor de la parte facciosa, que es lo peor.

Si esa es la posición, el problema no tiene que ver con las Fuerzas Armadas, y estas se deben mantener en los Cuarteles. Las calles son del pueblo. Los cuarteles, de los Ejércitos y la Policía.

No tienen derecho usted entonces--según esa declaración--a mandar a reprimir en las calles

Para qué, entonces ¿ usted ordena a las tropas que impidan en las calles la movilización de la población en sus justas luchas y protestas contra el gobierno fascista?

¿Porqué, entonces, pone todas las alcabalas y retenes que ha puesto para impedir que el Presidente Legítimo se reúna con su pueblo en la frontera y marche pacíficamente hacia Tegucigalpa?

No será acaso: ¿ que usted sabe que Obama sabía, y que Obama le dijo a Clinton... dile a Arias qué tal y tal...? ..

Tal y Tal...parte del Plan de Golpe,-- negociaciones para enredar a la parte legítima, constitucional,-- apareció en Costa Rica, cómplice desde el principio.. con el encargado de esa parte Oscar Arias.

Eso ya es inocultable.En varios artículos anteriores en PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda lo hemos planteado así.

No será acaso..... ¿que Reich y Negroponte le dijeron a Mierdeletti ..y Mierdeletti le dijo a usted ...que Obama sabía y que para recuperar el dominio yanquigringo en todo el mundo ellos son la misma cosa que son imperialistas y se entienden y que por tanto ambas corrientes o posiciones dentro de Estados Unidos están--cada uno a su manera--metidos en el golpe y cada grupo con su respectiva función?......

Y que este golpe de estado en Honduras forma parte de ese Plan de recobrar la unipolaridad en el mundo empezando por su antiguo"patio trasero" y usted es un instrumento de ese Plan?

Con esa carga encima, ahora lo usan a usted con el cuento de que "apoyará un gobierno que salga del Acuerdo de Costa Rica". O sea que lo usan a usted otra vez de correveidile, ahora con la intención de recuperar de esa manera las "negociaciones" en San José, en vista del gran crecimiento de la oposición y resistencia al golpe en Honduras y el mundo.

Pero, oh sorpresa, General Romeo, Rey del bamboleo, usted dice ahora que usted no está de acuerdo con la posición de las fuerzas armadas, y que apoya a Mierdeletti...como ùnico gobernante....

Creemos que, en conclusión, el golpe tiene un solo origen: : el Gobierno de los Estados Unidos, con dos vías de ejecución:

a) los grupos de Negroponte, Reich, civiles: los diez grandes empresarios de Honduras, la cúpula ensotanada, los jueces y el congreso y otros pocos sinverguenzas civiles, y usted, garantizando el Ejército para el golpe--aunque según los últimos acontecimientos, todavía no confirmado o al menos nos es difícil verlo desde fuera, pero presumiblemente según este último caso, el documento "neutral del Ejército-- usted tiene allí poco apoyo, o lo va perdiendo.

b) el hecho el pendejo Obama--como pasó con la invasión de Gaza por los israelíes--la Clinton, sinverguenza Arias y algunos bamboleantes civiles de Honduras y otros países, y otros no tan bamboleantes como Uribe y los aceptantes de una denominación unilateral de una Comisión de Vigilancia--no aprobada por nadie--, según los países que presentan.

Eso explica, general Romeo, su bamboleo, el silencio de Obama, las maniobras Clinton-Arias en relación a la irrupción facciosa,la búsqueda indirecta con el comunicado de las Fuerzas Armadas Hondureñas de reimponer las negociaciones de Costa Rica para detener la acción popular, maniobra que se les seguirá cayendo, porque en el pueblo de Honduras se unen cada vez más a las protestas todas las capas de la población y--también se unen-- hasta personas que antes apoyaron a Mierdeletti en su aspiración a candidato presidencial, respaldadas además todas estas capas de la gran mayoría de los hondureños por la solidaridad de los pueblos del mundo, y aquí nos contamos entre quienes daremos el mayor esfuerzo posible, como es el caso de nuestra Red de Comunicación Comunista Mirandina (REDECCOMI).

Con un Obama y su diplomacia de golpismo y guerras cada vez más al descubierto.Con una acción de los gorilas interiores de los estados unidos con las manos libres y en complicidad directa con los demócratas y el propio Obama.

Con el par de grupos golpistas internos hondureños, cada uno obedeciendo a los mandatos bífidos desde los estados unidos, usted General Romeo, con esa indecisión, con ese culipandeo, con ese bamboleo, está quedando muy mal.

No importaría que usted como persona --General Romeo--pase a la Historia en Honduras y ante el mundo como el rey del bamboleo o el rey del culipandeo, sino General Romeo, lo que importa es el daño que con esa posición usted le está haciendo al pueblo de Honduras, a su propia Nación.

Fíjese en lo que puede ocurrir en Honduras si usted, en vez de brincar para un lado y otro, toma la posición que corresponde, al lado de la legitimidad constitucional y apoya al Presidente Zelaya en --no se le pide mucho, General Romeo--nada más que dejar libres las calles para que el pueblo pueda expresar que "nadie le debe obediencia a un gobierno usurpador".

El pueblo hondureño seguramente hará lo demás. Usted en su último bamboleo quedaría más o menos derecho Y en última instancia sería mucho el sufrimiento que usted podría evitar.

Fuente: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda /PPS_CM

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COMUNISTAS GANAN ELECCIONES EN MOLDAVIA

Segun los datos oficiales con un 98% del escrutinio, los resultados oficiales de las elecciones de Republica Moldova son los siguientes:

La participacion ha sido del 58.8%, por lo que las elecciones son validas (en Republica Moldova es necesario que vote el 50% del electorado para que asi sea).-

Escaños:

*El Partido de los Comunistas de Republica Moldova (PCRM) ha ganado las elecciones con un 45,10% de los votos, consiguiendo 48 mandatos.

*El Partido Liberal Democratico de R.M. (PL) ha conseguido un 16.40%, 17 mandatos

*El Partido Liberal, un 14.40%, 14 mandatos

*El Partido Democrata, un 12.60%, 13 mandatos

*La Alianza "Moldova Nuestra", un 7.40%, con 8 mandatos.

Con estos resultados el Partido de los Comunistas es, con diferencia, el partido mas respaldado electoralmente por los moldavos, aunque no ha conseguido los 51 mandatos necesarios para formar gobierno, ni los 61 para la eleccion de Presidente de la Republica.

De este modo la situacion se complica para el pais, porque aunque la oposicion podria formar gobierno con una alianza, pues tendria 53 mandatos, tampoco conseguiria un acuerdo estable para la eleccion a la presidencia del pais, lo que llevaria a la convocatoria de unas nuevas elecciones anticipadas.

Fuentes: Un Vallekano en Romania/Euzkai Herria Socialista/ PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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SOLIDARIDAD Y NO INTERVENCIÓN

Por: Jerónimo Carrera

En el mundo de nuestros tiempos, para el buen desarrollo de las relaciones internacionales, conviene observar y poner en práctica permanente dos principios básicos, como son los de la solidaridad y la no intervención.

Son principios fundamentales, pues corresponden a la realidad de la época en la cual vivimos y a la vez a la necesidad de dar una salida a la lógica aspiración de la humanidad de vivir en un mundo en paz, sin guerras ni choques entre los pueblos.

Pero aunque esos dos principios van entrelazados y su práctica tiene que ser simultánea, en verdad cada uno de ellos siempre ha de tener su propia esfera de aplicación, puesto que corresponden a campos bastante específicos. Con todo lo que hemos avanzado en el largo camino de la internacionalización, que algunos prefieren llamar globalización pero que en última instancia la denominación no es lo que cuenta, formamos parte de una humanidad dividida en numerosos pueblos con diferentes grados de desarrollo.

Lo cual nos lleva a que nos mantengamos bastante divididos, con culturas muy diferenciadas, cosa que en la práctica se traduce en el mantenimiento de un aparato de fuerza y generador de violencias, que lleva el nombre de Estado.

Es la existencia misma de ese aparato la que requiere de las guerras como combustible indispensable, y para producirlas se vale de toda clase de artilugios. Desde los tiempos más remotos los hombres han encontrado motivos para guerrear, para hacer de la paz una simple tregua entre dos guerras. Al mismo tiempo siempre ha habido en toda sociedad un sector opuesto a la guerra, puesto que es perjudicado por ella y siente por tanto la necesidad de la paz.

En cambio los guerreristas sacan o esperan sacar alguna ganancia de la guerra, que para ellos es un negocio.Justamente, de esa antítesis existente entre la paz y la guerra, entre los intereses opuestos que siempre han generado la una y la otra posibilidad en toda sociedad, proviene la relativa separación de las esferas de aplicación de esos dos principios básicos que son la solidaridad y la no intervención que ya hemos mencionado.

Corresponde a los pueblos, y en particular a la clase obrera y demás sectores de trabajadores, luchar por la paz entre todos los países, creando y participando activamente en movimientos de solidaridad que luchen por impedir las guerras, tal como lo hemos tenido acá en Venezuela con aquel Consejo Venezolano de la Paz presidido por el General José Rafael Gabaldón, fundado en 1949 -hace ahora exactamente sesenta años, que logró evitar que Venezuela fuera arrastrada a la guerra en Corea- y que tanta falta nos hace en estos momentos de tan peligrosas tensiones gubernamentales entre Venezuela y Colombia, azuzadas evidentemente desde Washington.

Al mismo tiempo, atañe a los gobiernos, en su condición de dirigentes de los Estados, respetar y velar por el respeto más estricto de ese principio - también fundamental para asegurar la coexistencia pacífica de los pueblos- que es el de la no intervención.

Sin embargo, como es sabido y se comprueba hoy con frecuencia, las grandes potencias nunca han dejado de intervenir en los asuntos de otros países. De allí la urgente necesidad de ponerles frenos por la vía de los movimientos populares, sobre todo en el seno mismo de esas potencias. Esta es una tarea que corresponde primordialmente a los organismos de trabajadores, al movimiento sindical en primer término.

No puede ser que a la intervención imperialista se piense darle respuesta efectiva con la intervención estatal de otros países, y esto es lo que se ha pretendido hacer en el actual caso de Honduras. Es como querer apagar el fuego con leña, o peor, con gasolina.

Fuente: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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LA DIGNIDAD DE LOS HONDUREÑOS SIGUE INTACTA..ARTISTAS CONTRA EL GOLPE FASCISTA

PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM) Ratifica su Amplia Solidaridad con el Pueblo Hondureño en su Lucha Contra el Golpe Imperialistas Fascista

Imágenes de la represión de la marcha del Jueves 30 de Julio, donde hubieron muchos heridos y 150 encarcelados, dentro de ellos tenemos al compañero de Artistas contra el Golpe y amigo Gabriel Galeano quien fue golpeado y despojado de su càmara fotogràfica y encarcelado por horas en una posta policial.
Nuestros cuerpos están golpeados y nuestra sangre sigue siendo derramada, pero nuestra dignidad está intacta.El día de hoy la policía y el ejército pasaron a otra fase de la represión, ante lo cual debemos replantear la lucha en el plano de las tácticas de resistencia, puesto que en el ideológico esto ha sido definido completamente como una lucha de clases cebada desde los años 90 y apuntalada con los procesos de transnacionalización operados.
Claramente la cúpula militar y policial han recibido instrucciones específicas que apuntan al desmembramiento del movimiento popular; y para ello han puesto en marcha la compra de delación, la ocupación sistemática de los espacios públicos por la fuerza armada, la implantación de pruebas apócrifas que intentan desmoralizar y dividir la resistencia y la captura, vejación y eliminación de todo aquel o aquella que represente lo contrario a sus intereses, principalmente la dirigencia del Frente.
Como relación de hechos, puedo referir que el día de hoy la resistencia procedió a realizar la toma de carretera, a la altura de la posta El Durazno, en la salida del norte en Tegucigalpa. Mientras esto se desarrollaba, yo me dirigía en un taxi desde Metromall hacia la salida al norte. Conmigo iban otros ciudadanos que comentábamos la barbarie en que nos han colocado los golpistas.
El taxista nos bajó del taxi antes de llegar a los puentes del Carrizal, se adelantó, habló con los policías y militares y un grupo de ellos me capturó de manera brutal, golpeándome y revisando todas mis pertenencias, me desnudaron en plena vía pública dejándome únicamente en paños menores, me retuvieron durante más de una hora, me interrogaron, confiscaron una libreta donde tenía nombre de los compañeros y compañeras artistas de Artistas del Frente y otras anotaciones.
Finalmente me permitieron vestirme y se aprestaban a conducirme en una patrulla, en ese momento, yo grité a la multitud mi nombre y dije que era un escritor hondureño varias veces. Esa acción los enardeció pero representó mi salvación temporal. Me golpearon en el pecho de nuevo, me tiraron al pavimento y el oficial que comandandaba el contingente armado, me gritó: [Cuento diez para que te perdás o te pierdo¨, amenaza de la cual no dudé y tuve que correr en dirección opuesta.
Avancé hacia el sector de La Laguna, en la salida a Olancho. Ahí me uní a los compañeros y compañeras que bajaban a pie después de ser desalojados a punta de golpes y bombas lacrimógenas de El Durazno. atrás venía un contingente de policías, hostigando la manifestación pacífica. Ante el acoso, la resistencia devolvió las piedras que nos empezaron a lanzar y así avanzamos unas cuatro cuadras, en grupo gritando nuestras consignas.
Al llegar a Torocagua, los policías que venían atrás de la marcha pacífica, avanzaron con mayor ímpetú. Corrimos, sin saber que una cuadra adelante otro contingente policial nos esperaba, realizando una emboscada brutal de la cual intentamos escapar lanzándonos a una quebrada ubicada atrás de la gasolinera Maya.
Nos rodearon, nos lanzaron bombas lacrimógenas, dispararon algun tipo de balas, nos toletearon con furia y capturaron a muchos de nosotros, incluyendo a Carlos H. Reyes, Juan Barahona, Gabriel Galeano (artista visual), el hijo de Javier Espinal (artista plástico) y a muchos más. Yo preferí no lanzarme a la quebrada porque sentí que ese era el lugar más apropiado para que nos dispararan sin testigos.
Me tiré bajo la carrocería de un autobús y ví pasar el grueso del contingente armado. Me sacaron de mi refugio y me golpearon salvajemente en la espalda, los brazos, las piernas. Logré escapar en el momento en que ubicaron a Carlos H. Reyes y otros compañeros, hacia quienes dirigieron su ataque. Corrí y me refugié en un taller de mecánica y luego me interné en la colonia Torocagua, para después abordar otro taxi y pedirle que me llevara al centro de Tegucigalpa.
Iba enardecido y mudo, sabiendo que atrás quedaban compañeros y compañeras por quienes no podía hacer nada. Llegué al centro, me reuní con los artistas que querían ir a manifestarse a la cuarta estación de policía, donde recluyeron a muchos miembros de la resistencia. A esta hora el COFADEH se ha hecho presente y gestiona la libertad de todos ellos.
Informes no oficiales indican que un compañero maestro afiliado al COPEMH ha sido asesinado, sumándose a la lista de víctimas de la dictadura.Concluyo que estamos en otra fase de la represión. Los golpistas saben que han perdido la batalla diplomática, económica y de justicia en todos sus términos, por lo cual ya no les importa mostrarse como la clase torpe, bárbara e inculta que son, y han procedido a utilizar con mayor intensidad el único recurso con el que cuentan: la fuerza bruta.
Este testimonio constituye una denuncia pública de los delitos cometidos contra mí y contra todo el pueblo en resistencia.Nuestros cuerpos están golpeados y nuestra sangre sigue siendo derramada, pero nuestra dignidad está intacta y nuestra lucha se fortalecerá hasta hacer prevalecer el imperio de la razón, la justicia y la democracia.No queremos amnistía para nadie, menos para los que usando las armas nos están matando y reprimiendo.
Fuente: Honduras Morazánica/ Edición de PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

sábado, 1 de agosto de 2009

PARAÍSO DEL TUY DICE NO A LA INVASIÓN NORTEAMERICANA

Por: Marina Romero/ Redacción de Avance Popular Comunistas Santa Teresa

Así como en el hermano país Honduras, los militares apatridas, la derecha recalcitrante, la burguesía criolla, poyada por toda la injerencia de los brazos secretos del imperio Norte Americano, materializaron un golpe de estado y luchan por legitimarlo, así tratarán de hacerlo en otras partes.

Ahora el imperio contra ataca y como si no fuera suficiente, aumenta la injerencia que ha sido disfrazada con el Plan Colombia, luego de la acción legítima de Ecuador de no continuar permitiendo las operaciones en la base de Manta.

El imperio acuerda, con el lacayo gobierno Colombiano encabezado por Uribe Velez, --a quien no se le puede identificar más que como títere--la ampliación de la ocupación por parte del ejercito y contratistas Norte americanos con otras cuatro bases estadounidenses en Colombia.

Se puede ser ingenuo y creer que fue casualidad que dichas bases se encuentren en la zona límitrofe con Venezuela, pero, resulta que el pueblo Venezolano ha perdido la ingenuidad, y ya no cree en las bondades del gobierno Norte Americano y su clase dirigente. Por mas negrito que sea su presidente.

Todo cuanto está aconteciendo en el mundo ---para tratar de revertir la ola que está despertando al gigante dormido !EL PUEBLO POBRE Y EXPLOTADO HISTÓRICAMENTE! ---es orquestado, diseñado y confabulado en los laboratorios del imperio (CIA y FBI).

Por tanto, por más que intenten disfrazar acciones como las de Honduras y Colombia con palabras bonitas, no lograrán hacerlo. "No podran convencernos" declararon los comuneros y comuneras de Paraíso del Tuy, reunidos en la mesa de política e ideología. Definitivamente con los planes en Colombia se sigue viendo de lejos, que el imperio Norte Americano cree que somos pendejos.

De igual manera aprovecharon la oportunidad para solicitar a la organización de naciones unidas que así como desde hace cuatro años tienen un ejercito de cascos azules en Haíti para reprimir al pueblo en nombre de la libertad y la democrácia, ejecuten una acción real y contundente en Honduras para poner fin al ilegítimo gobierno de Michelleti y restituir la tranquilidad del pueblo hondureño con la asunción al poder de su legítimo gobernante José Manuel Zelaya Rosales.

Advirtieron tambien al gobierno Norte Americano que cuide sus intenciones con los planes de ocupación de las bases colombianas, pues los venezolanos tenemos una tradición histórica pacifista pero de combate, y a la hora de cualquier agresión se encontraran con la reacción de nuestra sangre Caribe y todo el subconciente colectivo acumulado de nuestra luchas históricas.

Fuente: Avance Popular Comunistas Santa Teresa del Tuy/ Edición de: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda_(PPS_CM)

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MILICIAS POPULARES Y EJÉRCITO DEL PUEBLO EN HONDURAS

Milicias populares y Ejercito del Pueblo en Honduras

"Es importante quedar en la filas de la organización, pueden apuntarse con un seudónimo" porque va a ser "la milicia popular que va a cuidar al presidente en su retorno, son ustedes compañeros", dijo Zelaya

Este será "el ejército del pueblo, el ejército que cuidará al presidente de la República", insistió a sus seguidores, a quienes prometió recompensarlos cuando recupere el poder.

Alrededor de 300 hondureños, la mayoría hombres de origen campesino, se encuentran asentados en Ocotal en apoyo a Zelaya, quien busca para ellos la protección del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Refugiados (ACNUR).

Una delegación de Naciones Unidas, entre ellos representantes de ACNUR, visitó el miércoles la frontera nicaragüense para conocer las condiciones en las que se encuentran los partidarios de Zelaya.

Zelaya anunció que en las próximas 48 horas tendrá muchas actividades, pero que su prioridad es iniciar la preparación de sus partidarios e intentar que su esposa Xiomara Castro cruce la frontera para reencontrarse con él.

Numerosos hondureños que se encuentran al lado de Zelaya en Nicaragua se aprestan a integrar el "Ejército Popular Pacífico" cuya Organización anunció el Presidente Zelaya.-

Según comentó el Presidente Zelaya en intervención que trasmitió Telesur, "el carácter de su Ejército será Pacífico".

Tal formulación implioca que a ese Ejército será imposible combatirlo porque aún sin armas, es tanta la gente que detenerlo significa una masacre, una carnicería, que seguramente los soldados y oficiales del Ejército Hondureño no se atreverán a emprender, como es matar a sangre fría a numerosas personas que no los atacan, que andan desarmados, y que se valdrían en todo caso de sus voces, pancartas y otros instrumentos similares.

Esta situación ha traído como consecuencia un crecimiento sumamente importante del "ejércioto de personas en la calle" en las manifestaciones de los últimos dos días, ahora no sólo en la capital, sino al mismo tiempo en todo Honduras y con multitudes aún más grandes y sólidas en Tegucigalpa, en cuyas multitudes todas las personas se consideran ya integrantes del "Ejército Pacífico" de la Resistencia para derrotar a la dictadura militar.

Fuente: Tribuna Popular TP/Edición: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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SE CONFORMA EJÉRCITO DEL PUEBLO PARA LA RESISTENCIA Y DERROTAR AL GOLPISMO

Oficiales de las Fuerzas Armadas respaldan a Presidente Zelaya

Zelaya: Se conforma el Ejército del Pueblo para derrotar el golpismo

Ocotal, 30 jul. 2009, Tribuna Popular TP.- El Presidente de Honduras, José Manuel Zelaya, ha iniciado la etapa de preparación y organización de las milicias populares para la conformación del Ejercito del Pueblo que lo acompañará de regreso a su país.

Así lo anunció en rueda de prensa al señalar que para dar este paso fundamental cuenta con el aval del su homólogo nicaragüense, Daniel Ortega, quien ha ofrecido el territorio fronterizo con Honduras para que Zelaya concrete su regreso.

Zelaya aseguró "Que no le quepa la menor duda que en cualquier momento jóvenes oficiales militares afectados por el golpe amarrarán a Romeo Vázquez Velásquez", advirtió Zelaya en referencia al jefe del Estado Mayor del Ejército hondureño, que lo expulsó del poder y del país el 28 de junio y que ha mantenido a las fuerzas armadas hondureñas en contra de su pueblo.
El gobernante dijo tener información de que muchos oficiales y capitanes de las fuerzas armadas de Honduras lo respaldan.

Cabe señalar que varios oficiales y miembros del Ejercito se han pronunciado a favor de una salida efectiva a la grave crisis institucional a la que han llevado los golpista al país. Muchos de estos oficiales llaman a Zelaya Presidente y aseguran que no dispararan contra el pueblo.

El presidente Manuel Zelaya, anunció que ingresará a su país en los próximos días acompañado de un "ejército popular", no descartando que este proceso pueda ser a través de un acuerdo con el gobierno de facto.

"En los próximos días, yo quiero regresar a Tegucigalpa, es cierto, con un acuerdo político. Pero quiero regresar porque el pueblo ganó la batalla", anunció Zelaya ante cientos de partidarios reunidos en la ciudad fronteriza de Ocotal, 226 km al norte de Managua.

El mandatario mantiene su posición de retorno categórico, y expresó que cuenta con el apoyo de la comunidad internacional, a la que ha pedido que incremente la presión contra los golpistas que lo desplazaron del poder hace 32 días.

"No hay una fecha determinada (para mi regreso). Se está haciendo la presión necesaria para lograr el acuerdo" con los golpistas, dijo. "Se está realmente hablando a nivel internacional y de Honduras", agregó.

Su vicepresidente, Arístides Mejía, pidió este miércoles en el marco de la Cumbre de Tuxtla -que reunió a presidentes de Centroamérica, Colombia y México en Costa Rica- a "los países amigos que son fuertes en Latinoamérica como México, Argentina, Colombia, que redoblen esfuerzos para" revertir el golpe en Honduras.

Zelaya instaló un centro de operaciones en Ocotal, un municipio fronterizo que está controlado por el gobernante Frente Sandinista (FSLN, izquierda), que le ha facilitado albergues y comida a sus seguidores, que llegaron a respaldar su lucha.

Fuente: Tribuna Popular TP/ Edición de: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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ENFRENTAMOS EL DESPOJO DE LA REPRESENTACIÓN POPULAR

Una característica de las democracias verdaderas y motivo de lucha de los revolucionarios es la existencia de la representación de todas sus tendencias políticas en sus cuerpos deliberantes de gobierno, en forma directamente proporcional a la magnitud de su expresión en la sociedad. Hemos enfrentado permanentemente los sistemas electorales que, con subterfugios legales o de otra índole, asignan las plazas de sus poderes legislativos sin atender al principio de la estricta proporcionalidad entre los votos emitidos y la elección de diputados y concejales como integrantes de los cuerpos deliberantes. Adicionalmente, hemos sido siempre defensores del derecho que asiste a las minorías políticas de tener su representación en los mencionados organismos. Sistemas electorales como el estadounidense, en el que demócratas y republicanos se reparten los puestos del congreso, sin importar el marginamiento de sectores numerosos de la población, que quedan sin ninguna representación política que defienda sus intereses, han sido acusados desde siempre por los revolucionarios venezolanos como excluyentes y muy poco democráticos. Nuestro propio Presidente fustigó en el pasado la existencia de estas aberraciones de la política.

Es importante recalcar, que nuestra defensa de la aplicación estricta de la proporcionalidad no está motivada por lograr la participación de uno o más partidos pequeños en los cuerpos deliberantes, pues de lo que realmente se trata es de defender el derecho del pueblo votante a estar representado en directa proporción a su clara manifestación electoral expresada en votos. Si 40% de los venezolanos electores se expresan en las votaciones en esa misma cantidad, deberían estar representados por el 40% de los diputados de la Asamblea Nacional; si otro grupo del pueblo elector aporta el 55% del total de los votos, debería tener el 55% de los diputados. Si un tercer grupo aporta sólo el 5% de la votación total, tendrá también su derecho a disponer de una representación en esa misma magnitud. Hablamos de minorías cuando el monto de los votos sufragados por el pueblo votante no alcanza la cifra límite establecida para elegir a un diputado o parlamentario, lo que significa que esa porción de los electores quedaría sin representación ninguna, a menos que la ley de la materia le permita tener la mínima representación posible.

A pesar de todos los esfuerzos hechos para mantener en el proyecto de Ley Electoral estos sagrados principios democráticos, el Gobierno, a través de los diputados del PSUV en la Asamblea Nacional, ha sido insensible a nuestros planteamientos y ha decidido aprobar el proyecto de ley en cuestión en la misma forma en que fue inicialmente presentado, lo cual constituye un acto antidemocrático y excluyente de una buena parte del electorado venezolano, quienes, a pesar de expresarse en los distintos comicios venideros, no obtendrán la representación a que tienen derecho constitucionalmente.

Se trata de una nueva violación de la Constitución, que se comete impunemente y que se pretende esconder detrás de argumentaciones inaceptables y de descalificaciones y desplantes impropios de quienes hablan de construir una nueva sociedad, de democracia participativa y protagónica, reino de la justicia, la inclusión y la equidad. Habría que preguntar: ¿Cuál sociedad democrática se construye marginando a una buena parte de sus integrantes? ¿Qué democracia se profundiza impidiéndole al pueblo soberano su derecho a estar representado en los cuerpos deliberantes gubernamentales?

Es al pueblo a quien usted, señor Presidente, y los suyos dejan sin representación con el proyecto de Ley presentado, el cual, como en el pasado, fue hecho tras bastidores y en conciliábulos que no incorporaron a todos los diputados como quedó al descubierto de toda la población, conducta por cierto muy contraria al liderazgo colectivo que usted dice se desarrolla en el PSUV. Los días transcurridos desde la presentación en la Asamblea Nacional del proyecto de Ley Electoral confirman que la oposición está de acuerdo con la propuesta, ya que ha llegado a la convicción que le favorece en términos de su futura representación en los cuerpos deliberantes, en lo inmediato en los próximos comicios para elegir concejos municipales y los siguientes para diputados al órgano máximo del Poder Legislativo nacional.

Además de su silencio ante los claros señalamientos efectuados por sectores revolucionarios, en relación a la ausencia de proporcionalidad entre votos y electos, las declaraciones sobre el tema de dos de sus líderes no dejan lugar a dudas sobre su acuerdo con la ley en cuestión. Estamos en presencia, entonces, de una clara coincidencia entre gobierno y oposición, la cual es perjudicial a los intereses de los electores y de la Patria.
Una de las razones que llevó a los venezolanos en la cuarta república, a no creer en su sistema electoral, fue que con su participación no obtenían, como se suponía, gobernantes que resolvieran los graves problemas de la sociedad venezolana. A pesar de la propaganda de los partidos y de la institucional del Consejo Supremo Electoral, que llamaba a votar como única forma de llevar hacia adelante el país, los electores salían de cada proceso cada vez más defraudados. La frustración fue reduciendo la participación electoral del pueblo, así como la credibilidad del sistema existente.

Hoy, la abstención electoral estructural en el país, es decir aquélla que no se modifica pase lo que pase, está alrededor del 30 por ciento, la mitad del monto de la abstención estructural colombiana. Para la clase dominante de la vecina república esta situación ha sido providencial, pues sin mucho esfuerzo gana las elecciones, y no le importa que una mayoría de sus compatriotas sean marginados y no tengan ni siquiera representantes en los cuerpos deliberantes. Pareciera que los diputados del PSUV de la Asamblea Nacional y el Gobierno todo compartieran la conducta de la oligarquía colombiana, lo cual no puede considerarse sino como una aberración.

Ante esta agresión contra la gente, contra el pueblo, contra venezolanos de carne y hueso, que tienen derecho a ser representados en la misma proporción en que ellos participan en la población electoral votante, no nos queda otro camino que enfrentar y llamar al pueblo a enfrentar en todos los terrenos de la política esta diabólica alianza de la oposición y el PSUV. Ante la claudicación del gobierno en este aspecto y la demagógica política opositora, que demuestra claramente el nulo interés en la defensa de los derechos constitucionales del pueblo elector, llamamos a los venezolanos verdaderamente progresistas a cerrar filas en defensa de la inclusión electoral democrática establecida en nuestra Carta Magna.

Fuente:Envíos a Nuestro Correo, de Grupo Revolución Consecuente; /Edición de:PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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CON HONDURAS,CON TODA AMÉRICA LATINA

Declaración Honduras, estado de las firmas

Con Honduras, con toda América Latina


Declaración unitaria (firmas actualizadas 1/7/09)Las organizaciones sociales, políticas y solidarias abajo firmantes, ante el curso del golpe de estado en Honduras y el proyecto imperialista de instalar bases militares en Colombia para ahogar la esperanza de libertad y emancipación en el conjunto de América Latina, declaramos:

1. Nuestro pleno apoyo al regreso inmediato y sin restricciones de Manuel Zelaya y la restitución del orden constitucional, sin condiciones en Honduras. Asimismo, exigimos el castigo a los culpables del golpe de estado y el no cuestionamiento de la soberanía popular para decidir libremente su futuro, mediante referéndum, consulta o cualquier medio de democracia participativa.

2. Denunciamos el cinismo practicado por el gobierno de EEUU y sus satélites en la OEA con una política que habla de reconocimiento de la constitucionalidad de la presidencia de Zelaya mientras mantienen acuerdos, conversaciones con los golpistas y todo tipo de maniobras dilatorias destinadas a desmovilizar el formidable movimiento de resistencia que se ha despertado en el interior de Honduras coordinado en el Frente Nacional de la Resistencia al golpe de estado.

3. Consideramos que todo esto forma parte de una decidida ofensiva del imperialismo norteamericano y las transnacionales contra los países del Alba y todas las fuerzas progresistas de América Latina para preservar su hegemonía, los tratados de libre comercio y sus intereses de privatización y explotación de recursos.

4. Rechazamos la campaña de falsas acusaciones y mentiras, curiosamente coordinadas, contra El Gobierno de Ecuador y el de Venezuela provenientes de EEUU, el mayor consumidor de drogas del mundo y Colombia, gracias a su gobierno, el mayor productor, con su narcopresidente Uribe a la cabeza. Los principales actores del narcotráfico, tienen el valor de hablar de fracaso de la política antidroga en Venezuela. Todo ello, solo con el fin de justificar la presencia militar norteamericana en la zona: el “Plan Colombia”

5. Alertamos a la opinión pública sobre la gravedad de que Colombia se convierta en el portaviones más grande de la historia con la instalación de hasta siete bases norteamericanas, amenazando ya sin veladuras la soberanía de todos los países Latinoamericanos. Supone un paso gravísimo en la internacionalización de su conflicto interno y amenaza con desestabilizar la región con una provocación de imprevisibles consecuencias.

6. Denunciamos a todas las transnacionales de la comunicación, desde CNN al grupo Prisa y toda la red de canales, diarios y emisoras pertenecientes a las oligarquías locales, con su “cartel”, el SIP (Sociedad Interamericana de Prensa) que combinan la desinformación con la calumnia a fin de establecer una realidad virtual en la opinión pública mundial como base para poder desarrollar su ofensiva militar.

7. Nos comprometemos a desarrollar todo tipo de acciones solidarias, desde ahora y de la forma mas coordinada posible para responder de forma contundente a cualquier tipo de agresión.

Contra las oligarquías, el golpe fascista en Honduras y la amenaza imperialista en toda América Latina

Para enviar adhesiones: assembleabolivariana@gmail.com

ADHESIONES:

ALEMANIA

COMUNA BOLIVARIANA DE BERLIN ALEMANIA, Berlín.
COLOMBIA EN EL EXILIO, Berlín.

Adhesiones individuales

Kemal Kutan
Dr. Klaus Engert.
Lilo Lottermoser, DIE LINKE, LV Hamburg
.
ARGENTINA

Espacio de Carta Abierta de Tucumán

Adhesiones individuales

Alicia Beatriz Gonzalez Olivella.
Analia Averbuj-Periodista.
Claudio Katz, (economista).
Cristina Adrover- Piscóloga Social.
Eduardo Lucita (economista).
Eduardo Jorge Rauch - Secretario de Organización de la Asociación Trabajadores del Estado del Ministerio de Justicia.
frenapo c-jardin.
Graciela Paiz de Delnegro, Miembro APDH (Asamblea Permanente por los DDHH).Rosario.
Ricardo Gustavo Espeja
Jorge H. Rinaldi, Psicólogo Clínico, Comodoro Rivadavia- Chubut
Maximiliano Burckwardt, Carta Abierta de Tucumán.
Patricia Gordon. Psicóloga. Secretaria General Colegio de Psicólogos. Distrito X Mar del Plata.
Pérez Nélida Isabel.
Ricardo Gustavo ESPEJA

AUSTRALIA

Australia-Venezuela Solidarity Network

Adhesiones individuales

Federico Fuentes, Democratic Socialist Perspective
Susan Price, Sydney
Len Cooper [CEPU]

BELGICA

ARLAC (Asociación de Refugiados Latinoamericanos y del Caribe)
CADTM (Comité pour l'annulation de la dette du Tiers Monde)
Grupo Colombia
Ligue Communiste Révolutionnaire (LCR)

Adhesiones individuales

Alicia Jardel.
Mercedes Centena.
Stefan Wauters.

BOLIVIA

Partido Obrero Revolucionario Combate (POR-Combate)
Voz Proletaria, órgano del Partido Comunista Boliviano

BRASIL

Coletivo de Mulheres UFRGS
Comité Ejecutivo del PSOL
Diretório Central do Estudantes da UFRGS - DCE Sempre em Frente
Juventude Liberdade e Revolução (LibRe/Brasil)
Mulheres Rebeldes. http://radicaldesdelaraiz.blogspot.com/
PROMUNDI
Refundação Comunista (RC / Brasil)

Adhesiones individuales

Adriana Gragnani, São Paulo – Brasil.
Heloisa Helena, presidenta del PSOL.
Chico Alencar, diputado federal por Rio de Janeiro.
Clarisse Castilhos.
Isabel Marazina, Psicoanalista. Analisa Institucional, San Pablo.
Ivan Valente, diputado federal por São Paulo.
João Alfredo Telles Melo - Concejal del Partido Socialismo y Libertad/ PSOL.
Jose Carlos - PSOL - Núcleo Niterói Coordenação.
Jose Nery, Senador Nacional por Pará. PSOL.
José Otavio D'Acosta Passos, economista.
Luciana Genro diputada federal por Rio Grande do Sul.
Marian Pessah.
Maria Orlanda Pinassi, professora Brasil.
Silvana Conti.
Tárzia Medeiros - Marcha Mundial das Mulheres.

CANADA

Colleen Fuller, Vancouver
Jean-Pierre Daubois, sindicalista, Montreal.
Michael A. Lebowitz, economista.
Sid Shniad, Trade union researcher, Vancouver, British Columbia.
Siegfried Laser

COSTA RICA

María Elena López

CUBA

Proyecto Comunitario Espiral, La Habana.

ECUADOR

Agencia de los Pueblos En Pie http://www.agenciaenpie.org
Colectivo Feminista de Ecuador
LibreRed (Diario Digital Alternativo) http://www.librered.net/wordpress/
Refundación Socialista de Ecuador

Adhesiones individuales

Alberto Acosta, economista ex-presidente de la Asamblea Constituyente del Ecuador.
Dimitri Cevallos Defranc.
Luis Alberto Mendieta.

Oscar Sanchez Lopez, MOVIMIENTO COLIBRIJenny Velez Pinzón, RED DE CUS LMGYAI EL ORORosalia Iñigez, PROGRAMA LA TALEGUITA SOLIDARIAMarcia Castillo Tandazo, CENTRO ATENCION INTEGRAL ROSA VIVARPatricia Bao Ramirez, RED DE CAC Y BANCOS COMUNALES EL OROBlanca Maldonado Murillo, RED CIVICA DE ANTICORRUPCION DE EL OROTeresa Rodrigues Chiles, COMITE DESARROLLO MUJERES DE FRONTERA - CODEMUF Rosa Lopez Machuca, MOVIMIENTO MUJERES DE EL ORO

EL SALVADOR

Grupo Trova
Super Pakito Chac

ESTADO ESPAÑOL

AAVV can Ricart (Barcelona)
AVeins de Sant Antoni de Llefià (Badalona)
A B F Boliviano SAYARIY-URUS
Agrupación Local del PCPV-PCE de Sant Joan d'Alacant.
Ara 9barris (Assemblea de Resistència Activa de 9barris)
Asociación Asturiana Gaspar García Laviana
Asociación Ateos y Republicanos
Asociación Coordinadora de Colectivos Sociales - ACCS "Córdoba Solidaria
Asociación Cultural Iberoamericana "SCORZA"
Asociación de Solidaridad Bolivariana
Asociación Socialismo XXI
Assemblea Bolivariana de Catalunya
Assemblea Penedès Nord de St. Pere de Riudebitlles, Catalunya.
Asamblea de Apoyo a Evo Morales y al Proceso Constituyente en Bolívia
Ateneu Art i Cultura de l’Escala.
Ateneu Popular de Sarrià. Ictus
Ateneu Rebel (Poble Sec, Barcelona)
Brigada Vallesana Simón Bolívar
Casa de Nicaragua
Casal Argentino de Barcelona
Casal d´amistat amb Cuba de Badalona
Casal d’amistat Català-Cubà de Barcelona.
Central de Trabajadores de la Argentina - Barcelona
Círculo Bolivariano de Las Palmas Alí Primera
Col·lectiu Maloka (Colombia)
Central de Trabajadores de la Argentina CTA -Barcelona
Col·lectiu Kaosenlared (kaosenlared.net)
Colectivo 26 de Julio (Madrid)
Colectivo Latinoamérica XXI
Colectivo Chileno Mapuche Peuma Trawün Chile
Col·lectiu Local de EUPV - Sant Joan. (Alacant)
Comité Canario de Solidaridad con los Pueblos (CCCP)
Comitè de Solidaritat Amb els Pobles Indígenes
d´America.
COP- CpR Ripollet.
Diario digital inSurGente, http://www.insurgente.org
ECUADOR LLACTACARU
Educació per a l'Acció Crítica- EdPAC
En Defensa del marxismo (Revista)
En Lucha/En Lluita
Entrepobles
Espai Marx
Esquerra Unida del Pais Valencià (EUPV)
Esquerra Unida i Alternativa (EUiA)
FAIV, Federación de Asociaciones de Inmigrantes del Valles
FARGA (Fòrum Anticapitalista per la Reflexió y Generació d’alternatives)
Foro Social de Murcia
Grupo de Apoyo a la Central de trabajadores de la Argentina de Barcelona
Grupo de Investigación en Derechos Humanos y Sostenibilidad.
Iniciativa Solidaria Internacionalista (ISI), Burgos.
Izquierda Anticapitalista.
Izquierda Unida de Murcia (IURM).
Libres del Sur-Argentina (Red en el Estado Español)
LLEIDA TREBALLADORA, (Comité Local)
Marxa Mundial de Dones de Catalunya.
Partit dels Comunistes de Catalunya (PCC)
PCE (m-l), Catalunya.
Partido Obrero Revolucionario (POR)
Partit Comunista del Poble de Catalunya (PCPC)
Plataforma Bolivariana de Solidaridad con Venezuela de Madrid
Plataforma Q'atary Perú en Barcelona
PLATAFORMA SIMÓN BOLIVAR DE GRANADA
PSUC (viu)
Qui deu a qui ? (Catalunya)
RADIOCHANGO http://www.radiochango.com
RED CANARIA POR LOS DD.HH. EN COLOMBIA
RedS (Red de Solidaridad para la Transformación Social)
REPSOLMATA
SOCIEDAD CULTURAL GIJONESA (Xixón - Asturies)
Soldepaz pachakuti
Trobada Alternativa de Nou Barris, Barcelona

Adhesiones individuales

Alberto Herbera Lopez, obrero metalúrgico, Catalunya.
Alicia Fernandez Gomez, Enseñante-Asturias.
Ana Montero, Assemblea Bolivariana de Catalunya.
Anna Gabarró Haro.
Antoni Lucchetti, advocat, economista i doctor en Historia Económica
Belén Gopegui. Novelista. España.
Carlos Fernández Liria, Profesor de la Universidad Complutense de Madrid
Carlos Soriano Clemente, Catalunya.
Carme Gelabert, Catalunya.
Catherine Hernández García, del Movimiento Bolivariano en Canarias.
Cesk Freixas, cantautor i militant d'Endavant (OSAN).
Claudia Calvo Dufort, Catalunya.
Constantino Bértolo. Editor.
Cristina Berlanga Olmeda (Euskal Herria)
Cristóbal Crespo, Murcia
Daniel Pereyra Perez, escritor.
Diosdado Toledano Gonzalez, miembro de la Comisión Ejecutiva de Izquierda Unida Federal.
Esther Vivas, activista y miembro de Izquierda Anticapitalista.
Francisco Morote Vidal, Foro Social de Murcia
Gara Franchy Gil, Canarias.
Giniveth Soto Quintana. Partido Socialista Unido de Venezuela. (Plataforma Bolivariana de Madrid)
Iñaki Errazkin, Periodista.
Jordi Miralles (diputat per EUiA)
Jaime Balaguer, Madrid.
Joan Josep Nuet i Pujals, Senador de Izquierda Unida.
Jorge Rios Martínez.
Josep Cruelles, activista, Assemblea Bolivariana de Catalunya.
José Gregorio Bracho Reyes.
Josep Maria Antentas, profesor de sociología de la UAB.
Juan Montero Ruiz, miembro de la Xarxa Solidària contra els Tancaments i la Precarietat (Catalunya).
Juan Ramón Rodríguez Madridejos. Abogado del Movimiento Intercultural por los DDHH. España.
Kilian Ramiro Grau, Artista.
Luis Gonzalez – informático.
Manel Ros, militant d'En lluita.
Marta Capdevila Guasch, Catalunya
Mariano Franchy Rodríguez. Islas Canarias.
Maria Paz González, Tarragona.
Mariona Cruelles, estudiante de la UAB
M. Gabriela Serra. Entrepobles.
Mercè Civit. (Diputada per EUiA)
Mertxe Gómez Llanos, EUSKAL HERRIA (pais vasco)
Miquel-Dídac Piñero Costa, president de l'Ateneu Art i Cultura (l'Escala)
Mònica Monroy Jurado, Catalunya.
Montse Campoy Mestres, Catalunya.
Nydia Mayela Rangel Cárdenas.
Òscar Diego Garcia, Catalunya.
Patricio Arenas
Pepe Mejía, periodista. Madrid
Ramón Franquesa, Profesor Economía Mundial, Universitat de Barcelona
Robert Gonzàlez Garcia, profesor de secundaria i militante de la USTEC
Rosa Maria Ingles Orobitg, Catalunya
Sudaka Topo
Sandra Perez de Tudela Caimons
Verónica Diaz Costanti
Vicente Cervantes Sánchez, Coordinador Azogue.net, http://www.azogue.net/
Vinx – RadioChango
Yolanda Dalmau Carreño.

ESTADOS UNIDOS

Alfred L. Marder, President, US Peace Council
James Petras, Professor (Emeritus) de Sociología de la Binghamton University, New York.
Frank Scott writes political commentary which appears in the Coastal Post
San Rafael, California
Joe Carolan, Editor SocialistAotearoa.org. Aotearoa, Nevada.


EUSKAL HERRIA

CNT - Bilbao
Euskadi Cuba
Kimetz Kolektiboa
Komite Internazionalistak

FRANCIA

Cercle Venezuela Toulouse
MRAP - France (Movimiento contra el Racismo y por la Amnistía entre los Pueblos)
NPA (Nouveau Parti Anticapitaliste)

Adhesiones individuales

Alain Krivine
Beatrice Whitaker (NPA)
Charles Giuseppi
Daniel Bensaid.
Elisenda Panadés
François Sabado
Franck Gaudichaud - France Amerique Latine / Rebelion.org
Jardel Alicia
Julien Terrié, Toulouse.
Michael Lowy
Myriam Martin.
Olivier Besancenot (NPA)
Omar Slaouti.
Pierre Rousset (Europe solidaire sans frontières, ESSF, France)
Ramón Chao
Roseline Vacheta.
Milagros Riera

FINLANDIA

handsoffvenezuela-Finlandia

HAITI

PAPDA, Plateforme Haïtienne de Plaidoyer pour un Développement Alternatif

Adhesiones individuales

Didier Dominique, BATAYE OUVRIYE

HOLANDA

Socialistische Alternatieve Politiek from the Netherlands

INDIA

Radical Socialist

Adhesiones individuales

Sushovan Dhar

INDONESIA

Political Committee of the Poor- People's Democratic Party (KPRM-PRD)

ITALIA

Comité de Emigrantes de la C.G.I.L. Roma

Adhesiones individuales

Dra. Elda Ordonez.
Dra. Debora Leiva.

MARTINICA

Groupe Revolution Socialiste(GRS) (Martinique)
Centrale Democratique Martiniquaise des Travailleurs(CDMT)
Union des Femmes de la Martinique
Association Martinique/Venezuela

MEXICO

David Barkin
René Ortiz M, Asesor Parlamentario de la, Senadora Yeidckol Polevnsky
Vicepresidenta del Senado
Silvia Abalos/Cantante.

NORUEGA
Grupo Internacional Oslo del Partido Socialista de Izquierda Noruega
Nettverk for Venezuela

Adhesiones individuales

Efraín Navarro, Círculos Bolivarianos de Noruega.

NUEVA ZELANDA

Vaughan Gunson, National Chair of Socialist Worker.

PAÏSOS CATALANS

Endavant (OSAN)
SOLIDARA, Solidaritat catalana per a la cooperació i els drets humans.
Revolta Global-Esquerra Anticapitalista

PANAMA

Movimiento de la Juventud Popular Revolucionaria (MJP)
Partido Alternativa Popular (P.A.P)

POLONIA

Zbigniew Marcin Kowalewski, investigador y editor

PORTUGAL

Bloco de Esquerda
SOS RACISMO de Portugal

PUERTO RICO

Frente Socialista de Puerto Rico

REINO UNIDO

Socialist Workers Party (Britain)

Adhesiones individuales

Alex Callinicos, Socialist Workers Party (Britain)
Alfredo Saad Filho
Dave Hill, Professor, University of Northampton, England
Marina Kaplan, Associate Professor Emerita of Spanish and Portuguese
Mark Shotter
Norman Traub, Socialist Resistance
Smith College, Northampton
Sarah Parker, Socialist Resistance supporter, London

SUECIA

RESOLVER Red de Solidaridad con Venezuela Revolucionaria.

SUIZA

Centro de Estudios Marxistas de Ginebra
Comité Bolivariano de Suiza
Presencia Latinoamericana de Suiza
Asociación Internacional por la Paz en Colombia y el mundo, AIPAZCOMUN Sec. Suiza, Ginebra.

TAILANDIA

Progressive Redshirts.

TURQUIA

DSIP (Revolutionary Socialist Workers Party)
Social Freedom Platform
Toplumsal Özgürlük Platformu
Yeni-Sentez, http://www.yeni-sentez.net/

Adhesiones individuales

Gülnur Aksop- Editor-Istanbul
İkbal Polat - Movement of libertarian left/ Turkey
L. Nilgün Aklar, Ankara
Mustafa Akgun
Mustafa MAYDA, Glass & Ceramics Trade Union DISK
Necati Abay (journalist)
Nil Mutluer
Turkan Uzun, antikapitalist

URUGUAY

Plataforma DESCAM (ddhh)
Universidad Popular Joaquin Lencina

Adhesiones individuales

Eduardo Viera - Facultad de Psicología - Universidad de la Republica Oriental del Uruguay.
Dr. Ramiro Chimuris Sosa
Maestro Gonzalo Abella

VENEZUELA

Adelante Pueblo, Comunistas Río Chico
Aquí Está...! Comunistas Carrizal
Aquí Estamos...! Comunistas Miranda
Arte Experimental al Aire Libre (AREXALI)
Artesanias Cocorote
Así Es...Comunistas Cúa
ATENEO ANDRAGOGICO FELIX ADAM
Avance Popular Comunistas Sta. Teresa
Batalla Popular Comunistas Sta. Lucía
Bandera Roja Comunistas Yare
Casa Comunitaria de San Diego
Célula Manuel Taborada PCV, Los Teques
CENTRO Cultural Carlos Augusto Leon
CENTRO CULTURAL CINEMATOGRAFICO MIRANDA
Circulo Bolivariano Simón Rodriguez
CODAINE
Combate Popular Comunistas Charallave
Comité Regional Gustavo Villaparedes PCV Miranda
CONSERVEMOS NUESTRAS ABEJAS SALVEMOS LA MIEL
De Frente Comunistas San Diego-Miranda
El Martillo Comunistas Guarenas
El Patriota Comunistas Caucagua
El Popular Comunistas Guaicaipuro
En Lucha Comunistas Chacao
En Marcha Comunistas El Hatillo
Espuela Roja Comunistas Zona A Carrizal
Estrella Roja Comunistas Cúpira
Floricultores y Artesanos del Vetiver
FRENTE FRANCISCO DE MIRANDA ALTOS MIRANDINOS
FUNDACIÓN HOMBRE NUEVO
FUNDESO, Frente Unido Nacional De Deportistas Socialistas
Gallo Rojo Comunistas Andres Bello
GRUPO DE TITERES LAS TAPARITAS
Grupo Ecológico Conservación FLORYFAUNA
GRUPO SOLIDARIDAD NIÑOS POR LA PAZ
La Verdad Comunistas Baruta
Los Ñángaras..! Revista Comunista Mirandina
Lucha Popular Comunistas Mamporal
MISION ARBOL
Organización Intermunicipal Comunistas Miranda Centro
Organización Comunista Gustavo Machado Carrizal
Organización Comunista Juan Bautista Fuenmayor, Los Salias
Organización Comunista Marcelino Cedeño, Chacao
Organización Comunista Salvador de la Plaza, San Diego de los Altos
Organización Comunista de Baruta
Organización Comunista de El Hatillo
ORPROS
Prensa Popular Solidaria, Comunistas Miranda
Propagando.org
Propuesta Popular Comunistas Los Salias
Radio Comunitaria de Carrizal
Radio Comunitaria de San Diego de los Altos
Radio Comunitaria Guaicaipuro de Los Teques
RADIO COMUNITARIA PARAIPA DE SAN PEDRO DE LOS ALTOS
Rebeldía Popular...! Comunistas Zona B Carrizal
Red de Comunicación Comunista Mirandina (REDECCOMI)
Rescate Popular Comunistas Miranda Centro
Resistencia Popular Comunistas Higuerote
Trinchera Popular Comunistas Ocumare Tuy
Vanguardia Popular Comunistas Petare
Voz Popular Comunistas Guatire

Adhesiones individuales

Alejandra León
Alejandra Morales Hackett, Caracas
Alicia Galindo
Ana Elisa Osorio
Andrés Sánchez
Angel Rivas
Aura Silva.
Alvaro Sánchez
Belén Rojas Guardia
Carlos Rodríguez
Carlos Graterol
Carlos Martínez
Carmen Cecilia Lara- Periodista y Profesora de la Universidad Bolivariana de Venezuela
Carmen Rojas
Carmen Villegas
Celestino León
Cesyen Cedeño (Mérida)David Bello
David Daniel Vallespí i ZambudioDemelis Flores
Douglas Regalado
Edgar Silva Reverón (Caracas)
Emil Villaparedes
Henry Mosquera
Estrella Sanoja
Faustino Rodríguez Bauza
Francisco Rodríguez Adam
Freddy Balzán, periodista
Gisela Sotillo
Gladys Ayala
Gladis Ocanto
Gustavo Meléndez
Henriette Adam de Rodríguez
Hermes Flores
Jessie Blanco /Revista para el debate Feminista MATEA
Jesús Rafael Fernandez Rodríguez
José Castillo
José Gregorio Bracho Reyes, Cónsul General de la República Bolivariana de Venezuela en Estambul
Juan Carlos Espinoza Izaguirre
Juanita González
Leonardo Ocanto
Luis Antonio Henríquez Arocha, (Caracas)
Luis Aponte
Luis Emilio Fernandez Rodríguez
Luis Rodríguez
Maigualida Rivas
Manuel Terán
Marcos Fuenmayor
Maria Gorgina González
Mercedes Centena, Venezolana-argentina
Milagros Rosales
Millie Zurita
Mirna Navarro
Natalia Rodríguez Adam
Olga Castillo
Oscar Flores
Pablo Molina
Paula Galindo
Pierre Coulange
Rafael Darío Yanez
Rafael Quintero
Raquel Galindo
Raul Bracho, Fundación Hombre Nuevo.
Reinaldo Sánchez
Roberto González
Roberto López. Maracaibo. Unión Nacional de Trabajadores del Estado Zulia.
Rocío Cordovez
Roland Denis
Salomé Da Silva
Sergio Abzueta
Sergio Rodríguez Adam
Simón Alzón
Stalin Pérez Borges. Coordinador nacional de la Unión nacional de
Trabajadores. Miembro del Comité Operativo del Frente Socialista de Trabajadores del PSUV y de la corriente Marea Socialsta
Thais Ojeda
Tati Villegas
Thirza Espinal
Valentín Troconis
Víctor Aguilar
Victor Manuel Rodriguez, corresponsalesdelpueblo (mitjans alternatius)
Yolanda Villaparedes
Zulima Peréz Jiménez

INTERNACIONALES

Forum Mondial des Alternatives
IJAN Europe, réseau international juif antisioniste.

TODOS A ORGANIZAR EL BOICOT CONTRA LA DICTADURA MILITAR EMPRESARIAL DE ROBERTO MICHELETTI

Llamamiento del Frente Nacional contra el Golpe de Estado en Honduras a la Clase Obrera Mundial

El 28 de junio del presente año, cuando la población hondureña se preparaba a participar en la Encuesta Popular sobre la instalación de una Cuarta Urna, en la cual se decidiría si se convoca o no a una Asamblea Constituyente, miles de efectivos militares secuestraron al Presidente Constitucional de la República, Manuel Zelaya Rosales y lo expulsaron hacia la vecina Costa Rica; ocuparon la Casa Presidencial, clausuraron violentamente todas las estaciones de radio y televisión independientes, persiguieron a los funcionarios del gobierno e implantaron un Estado de Sitio en todo el país.

De esa forma, se hizo efectivo un Golpe de Estado, que horas más tarde fue “legalizado” por el Congreso Nacional (asamblea legislativa), colocando en la Presidencia a Roberto Micheletti Bain, dirigente del mismo Partido político del Presidente Zelaya, mediante ridículos argumentos de que el gobernante depuesto había “renunciado”. Esa versión fue desmentida por el mismo Presidente Zelaya, además de que el Congreso Nacional no tiene atribuciones constitucionales para separarlo de su cargo.

Asimismo, se argumentó la existencia de una orden de captura sin que el Presidente fuera sometido a un juicio en el cual pudiera defenderse de las acusaciones que se le hacían.Detrás del golpe se encuentran la cúpula empresarial, los cuatro partidos políticos de la burguesía (Partido Liberal, Partido Nacional, Partido Demócrata Cristiano y Partido Innovacion y Unidad socialdemócrata), las cúpulas de las iglesias católica y evangélica, asi como los dueños de los principales medios de comunicación.

Todos ellos hicieron una alianza contrarrevolucionaria temiendo que la consulta popular del 28 de junio diera poder al pueblo y, en especial, a la clase obrera y al campesinado pobre, para iniciar la construcción de una nueva sociedad, donde los privilegios de clase de la burguesía y de los terratenientes fueran eliminados.También es necesario decir que detrás de ese golpe de estado, esta la mano del Imperialismo norteamericano y de la ultraderecha latinoamericana, quienes lo ven como una oportunidad de frenar los avances de la izquierda en la región centroamericana y la influencia de la revolución venezolana, tras los recientes triunfos electorales del Frente Farabundo Marti para la Liberacion Nacional (FMLN) en El Salvador y del Frente Sandinista en Nicaragua.

Sin embargo, la respuesta del Pueblo hondureño no se hizo esperar desde la primera hora del golpe. Las masas populares se lanzaron a las calles, a conquistar las plazas públicas y a protestar en la Casa Presidencial (edificio sede del gobierno) en contra de miles de efectivos militares, armados con tanquetas, helicópteros, aviones y artillería pesada. Desde entonces, las masas populares salen TODOS LOS DIAS a la calle desde hace un mes, a protestar, a ejecutar medidas de presión para derrocar al gobierno usurpador, realizando masivas movilizaciones, cortes de carreteras, toma de edificios públicos, etc. haciendo uso del Articulo 3 de nuestra Constitución Política que da derecho a la Insurrección Popular en caso de la imposición de un gobierno por la fuerza de las armas.

Aunque esta lucha ha costado la vida de varios hondureños, asesinados por los militares, gracias a la misma el gobierno usurpador no ha logrado controlar la situación, ni derrotar a las masas y por tanto no ha logrado consolidarse como gobierno.La máxima expresión organizativa de la resistencia popular es el “Frente Nacional contra el Golpe de Estado” que unifica a todas las expresiones sociales y políticas del movimiento popular y conduce el movimiento nacional hacia el derrocamiento de la dictadura. Este frente está constituido por organizaciones obreras, campesinas y populares en general, así como por los partidos y movimientos políticos de izquierda y centro que se han declarado en contra del golpe de estado.La reacción internacional fue contundente desde el punto de vista diplomático: Salvo el régimen sionista de Israel, ningún otro país del mundo se atrevió a reconocer a la dictadura militar-empresarial impuesta en Honduras.

Tanto la Organización de Estados Americanos (OEA), la Asamblea General de las Naciones Unidas (ONU), el Grupo de Río, los países asociados al ALBA, entre otros, condenaron el golpe de estado, porque correctamente interpretan que se trata de un primer golpe a las de por sí limitadas democracias burguesas existentes en Latinoamerica, y que, de consolidarse, sentaría un precedente funesto para hacer retroceder las conquistas sociales y las libertades democráticas de los pueblos y trabajadores, proclive a ser imitado por las fuerzas más reaccionarias en otros países de la región y del mundo.Sin embargo, esta reacción no ha pasado aún de declaraciones diplomáticas que, si bien son útiles, no son suficientes para golpear a la dictadura ni en lo económico, ni en lo militar.

El único gobierno que tuvo siempre una política ambigua respecto al gobierno usurpador, fue el gobierno norteamericano liderado por Barack Obama. Mientras declaraba reconocer al Gobierno del Presidente Manuel Zelaya como único presidente, dio visa a los emisarios de los golpistas para que estos ingresen a territorio norteamericano a hacer lobby a favor del golpe; no ha suspendido los principales programas de apoyo económico y militar en Honduras; no aplica el boicot comercial como en cambio si ha hecho contra Cuba , y se niega a declarar que se trata de un “Golpe de Estado”.

Más bien ha promovido una negociación entre el legítimo Presidente de los hondureños, Manuel Zelaya, con el dictador Micheletti, a través de un mediador: el Presidente de Costa Rica, Oscar Arias.Para el Frente Nacional contra el Golpe de Estado, la mediación del Presidente Arias es una estrategia del Departamento de Estado de los Estados Unidos para lograr cierto reconocimiento internacional al dictador Micheletti, dilatar en el tiempo la salida al conflicto para que el movimiento de resistencia se desgaste y someter al Presidente Zelaya a condicionamientos inaceptables ante su eventual reinstalación en el poder, a fin de que abandone las reivindicaciones políticas que han motivado la movilización popular, como son la lucha por una Asamblea Constituyente y por el castigo a los culpables del golpe.

Por consiguiente, el Frente Nacional contra el Golpe de Estado, solo acepta una reinstalación inmediata, segura e incondicional del Presidente Zelaya a su cargo.La clase obrera hondureña, que desde el principio respondió activamente a la resistencia popular, organizó para la tercera semana una movilización unificada con sus propios métodos de lucha: la Huelga general y la toma de los centros de trabajo, comenzando con un paro general de 48 horas de las tres centrales sindicales del país (CUTH, CGT y CTH) los pasados días 23 y 24 de julio, que se ha repetido el 30 y 31 del mismo mes. En solidaridad los compañeros de organizaciones populares de El Salvador y Nicaragua hicieron cortes en las aduanas para impedir el ingreso y salida de mercadería a Honduras.

Inmediatamente las asociaciones empresariales de Honduras y Centroamérica, que son solidarias con los usurpadores, pusieron el grito en el cielo porque dicho boicot implica pérdidas millonarias para sus empresas. Eso significa que la huelga y el boicot comercial son armas efectivas para desgastar las bases económicas de los golpistas, más que las declaraciones formales.Por todo lo anterior, el Frente Nacional contra el Golpe de Estado hace un llamamiento a las organizaciones representativas de la clase obrera mundial para que organicen y ejecuten una solidaridad militante con la clase obrera y con el pueblo de Honduras, realizando acciones de boicot a todos los productos que entran y salen a puertos hondureños, a fin de asfixiar económicamente a la dictadura.

Llamamos a la solidaridad mediante actividades dirigidas a hacer manifestaciones de repudio a la dictadura enfrente de las embajadas de Honduras y de los Estados Unidos; a hacer actos político culturales en solidaridad con la lucha del pueblo hondureño; y en general a ejecutar cuanta acción fortalezca la lucha del pueblo hondureño y su clase obrera para sacudirnos este régimen opresor y alcanzar una nueva sociedad.

SOLO LA UNIDAD MUNDIAL DE LA CLASE OBRERA DERROTARA EL EXPERIMENTO FASCISTA EN HONDURAS

Tegucigalpa M.D.C. 31 de julio de 2009

Fuente: Frente Nacional Contra el Golpe de Estado en Honduras/ Edición de: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda (PPS_CM)

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